L’archeologia in Romania
L'archeologia cerca di decifrare lo stile di vita e i costumi del passato studiando le tracce che si sono conservate fino a oggi. L'archeologia in Romania è stata ed è sostenuta da istituzioni e programmi, e una delle più importanti istituzioni che promuovono l'archeologia è il Museo Nazionale di Storia della Romania.
Ion Puican, 01.07.2025, 19:13
L’archeologia è la scienza che studia il passato umano attraverso il recupero e l’analisi della cultura materiale e dei dati ambientali scoperti, come artefatti, architettura, paesaggi culturali e documenti. In sostanza, l’archeologia cerca di decifrare lo stile di vita, le credenze e i costumi dei tempi passati studiando le tracce che si sono conservate fino ad oggi. L’archeologia in Romania è stata ed è sostenuta da programmi e istituzioni, di cui una delle più importanti è il Museo Nazionale di Storia della Romania. Già dalla sua fondazione, oltre mezzo secolo fa’, il Museo Nazionale di Storia della Romania ha considerato la ricerca archeologica una missione fondamentale e un’attività determinante per la sua evoluzione.
A giugno, vengono celebrate a livello internazionale le Giornate Europee dell’Archeologia. In questa occasione, la scienza dell’archeologia, le nuove scoperte o le tendenze vengono riportate all’attenzione del grande pubblico. Ovidiu Țentea, archeologo e direttore ad interim del Museo Nazionale di Storia della Romania, ci ha raccontato quanto segue sulle Giornate Europee dell’Archeologia celebrate dal 13 al 15 giugno 2025: “È diventata una tradizione per noi, soprattutto negli ultimi anni, sia per gli archeologi che per il grande pubblico. È un periodo di inizio delle vacanze. Gli scavi archeologici sono in pieno svolgimento. Vengono interrotti, ad esempio, per celebrare queste giornate, che sono un’occasione per richiamare l’attenzione sul lavoro degli archeologi, sulla rilevanza sociale dei progetti che vengono realizzati, sul loro significato e importanza. Perché l’archeologia va oltre Indiana Jones, che è un archivista e trova, strato dopo strato, cose sotto la terra.”
L’archeologo Ovidiu Țentea, direttore ad interim del Museo Nazionale di Storia della Romania, ci racconta come si è evoluta l’archeologia in Romania e come è stata percepita dal pubblico negli ultimi decenni: “Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’archeologia in Romania si è evoluta seguendo i modelli occidentali in generale e, dopo la rivoluzione, opponendosi in una certa misura alle tendenze progressiste, perché non era pienamente consapevole del valore della ricerca preventiva, in cui si fanno investimenti. Cioè, c’è stato un piccolo divario. E allora la società ha percepito che l’archeologia bloccava lo sviluppo. Si è evoluta su due livelli: in primo luogo, questo compito di dimostrare che non blocchiamo lo sviluppo, ma che spesso lo anticipiamo. E cercare di mantenere il maggior numero possibile di progetti archeologici sistematici nei siti di ricerca di base. Essendo sempre scarsamente finanziati, affrontano grossi problemi. Tuttavia, i nostri siti sono più numerosi che in molti Paesi occidentali. Proprio per il nostro conservatorismo, che ci spinge a resistere di più rispetto ad altre professioni. E perché in Europa è un settore legato alla storia e non all’antropologia culturale. E allora questo maggiore peso emozionale, proveniente dalla storia, diciamo che aumenta un po’ la pressione, soprattutto negli ultimi anni, quando il discorso si divide tra Daci e Romani, romanizzazione, valore culturale.”
A proposito dell’attuale evoluzione dell’archeologia in Romania dal punto di vista del Museo Nazionale di Storia della Romania, Ovidiu Țentea ci racconta: “Direi che l’archeologia preventiva sta andando bene, molto bene. Ci troviamo al Museo Nazionale di Storia, che produce gran parte del proprio reddito, fondi che vengono reinvestiti nella ricerca museale. Abbiamo un team numeroso, che ha ancora bisogno di qualche altro membro, e le stesse persone, o quasi sempre le stesse, vanno a fare ricerca anche nei grandi siti, dove si formano studenti, futuri archeologi o storici, o, perché no, semplicemente amanti del passato. Parallelamente, organizziamo anche le più grandi mostre legate all’archeologia.”
Ovidiu Țentea ha passato in rassegna alcuni dei siti più importanti della Romania che possono essere visitati dal grande pubblico: “Un sito che preserva anche il marchio del Paese è Sarmisegetuza Regia. Poi c’è la prima città dacica, Ulpia Traiana Sarmisegetuza. Li abbiamo considerati partendo dal marchio, non necessariamente dall’importanza scientifica. Histria, Calati – vi segnalo solo quelli dove stanno lavorando gli archeologi del Museo Nazionale di Storia della Romania – Micia, Tărtăria, ora scendiamo alla parte preistorica, la città medievale di Caransebeș.”
L’archeologia ha bisogno del coinvolgimento dei giovani, di specialisti che siano formati in questa disciplina. Pertanto, l’interesse delle giovani generazioni per la storia e l’archeologia è fondamentale. Il direttore ad interim del Museo Nazionale di Storia della Romania condivide con noi la sua opinione sull’interesse delle nuove generazioni per questo campo e su come possano accedere a informazioni o a formazione nel campo dell’archeologia: “I giovani possono contattarci principalmente attraverso i filtri dei social media, dove siamo piuttosto attivi. Devono solo trovare il coraggio di scriverci. Al museo abbiamo un’ampia mostra, dove possono visitare più di 10 siti, raccogliere un minimo di informazioni, fare le proprie ricerche e troveranno le persone che se ne occupano, che sono proprio qui. … Li esorto a leggere il più possibile, compresa la nostra rivista “Archaeological Research”, in cui si trovano link interessanti. … E tutto ciò che devono fare è contattare gli autori degli articoli e loro risponderanno sicuramente.”