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Zavaidoc

La storia della musica dell’epoca d’oro di Bucarest parla anche di Zavaidoc, musicista ambulante di etnia rom di grande successo negli anni 1920-1930.

Lo scultore Frederic Storck
Lo scultore Frederic Storck

, 05.01.2025, 16:02

Ogni grande città ha nella sua storia un periodo d’oro. Il periodo d’oro di Bucarest è stato il periodo interbellico, il periodo d’oro di tutta la Romania, in cui si è manifestato pienamente il pluralismo delle idee, delle aspirazioni, delle libertà, dei gusti e dei sentimenti. La storia della musica dell’epoca d’oro di Bucarest parla anche di Zavaidoc, lăutar (musicista ambulante di etnia rom) di grande successo negli anni 1920-1930.

Il suo vero nome era Marin Gheorghe Teodorescu. Zavaidoc nacque a Pitești nel 1896 e si spense a Bucarest nel 1945, all’età di 48 anni. Faceva parte di una famiglia di etnia rom e aveva un fratello e due sorelle. Suo padre suonava il violino e il cimbalom essendo un apprezzato lăutar. Per sfortuna, il giovane Teodorescu perse suo padre all’età di 13 anni. Insieme al fratello e a una sorella fondò una band, “I Fratelli Teodorescu”, con la quale riuscì a riscuotere successo a livello locale. Erano gli anni della “belle époque” del primo decennio che avrebbe portato poi alla prima grande disgrazia del XX secolo, la prima guerra mondiale. Nel 1916, quando la Romania entrò in guerra dopo due anni di neutralità, Zavaidoc aveva 20 anni. Fu arruolato nell’esercito romeno che combatteva nei Carpazi e fece parte delle squadre artistiche dell’esercito che eseguivano concerti e spettacoli per i feriti negli ospedali, assieme ad altri artisti quali Elena Zamora, Fănică Luca e il suo taraf e il compositore George Enescu.

La fine della guerra portò un grande sollievo e scatenamento, la gente imparava di nuovo a vivere dopo gli orrori vissuti. Zavaidoc e la sua generazione di artisti si manifestavano senza inibizioni e le qualità della sua voce erano un’ottima raccomandazione. Stabilitosi nella capitale, Zavaidoc raccolse canzoni tradizionali, si esibì nei migliori bar, ristoranti e terrazze bucarestine. La metà degli anni 1920 gli portò anche la prosperità finanziaria, poiché i suoi dischi si vendevano molto bene. Il suo successo finanziario era dovuto anche alla firma di un contratto di collaborazione con la casa discografica. Le sue più famose canzoni erano “Cântecul lui Zavaidoc / La canzone di Zavaidoc”, “De când m-a aflat mulțimea / Da quando lo ha saputo la folla”, “Foaie verde spic de grâu / Foglia verde, spigo di grano”, “Pe deal, pe la Cornățel / Sul colle a Cornățel”, “Dragostea e ca o râie / L’amore è come la rogna”. I versi dell’ultima canzone sono stati ripresi dalla band etno-blues Nightlosers nel 2010. Alla fine degli anni 1930, Zavaidoc si sposò ed ebbe tre figli. La notorietà dell’artista era talmente grande che apparvero riferimenti al suo nome e alle sue abitudini. Circolarono anche storie romanzate come quella di una relazione amorosa in cui sarebbe stato coinvolto assieme ad un altro musicista famoso, Cristian Vasile, e con la sua fidanzata, Zaraza.

Doina Ruști è una romanziera che si ispira al passato romeno. Il suo più recente romanzo si intitola “Zavaidoc în anul iubirii / Zavaidoc nell’anno dell’amore”, una storia d’amore del 1923. Doina Ruști ha accennato alle leggende e ai miti urbani sull’artista, agli anni della sua formazione, agli anni di gloria, agli “anni matti” del dopoguerra, al periodo di reinvenzione e agli anni di regresso professionale: “Non c’è stata mai alcuna rivalità. Laddove suonava Zavaidoc non c’era posto per Vasile e viceversa. Erano veramente due mondi diversi. Quell’uomo parlava con sincerità e vi dirò perché. In primo luogo, nell’anno 1923 Vasile non esisteva, era un ragazzo. Più tardi, appartennero a due mondi diversi. Vasile cantava musica tradotta, mentre Zavaidoc era “l’anima del popolo”. Quindi non possiamo metterli l’uno accanto all’altro. Poi c’è stata la famosa storia con Zaraza, una storia inventata, mai esistita. E l’anno in cui si dice che sia morto, ovvero il 1946, è un anno in cui Zavaidoc non era solo morto, ma era anche decomposto. Ma devo dire che gli anni di gloria di Zavaidoc furono dopo la guerra. Negli anni della guerra era diventato maggiorenne. Infatti, studiò durante la guerra. Allora incontrò Enescu, e quella fu la sua scuola. E, nel momento in cui tornò dalla guerra, non volle più tornare a Pitești e rimase a Bucarest. Era ovviamente affascinato dalle case, aveva incontrato delle persone. Rimase a Bucarest e cominciò a dominare la musica. La cosa interessante è che cominciò a creare un trend. Era il periodo in cui si staccava gradualmente dalla musica tradizionale, e cominciava a scoprire la musica urbana, moderna. Ma dopo, quando le cose cominciarono ad essere più stabili per il mondo interbellico, intorno al 1926, quando venne fondata anche la radio, lui era quasi esaurito. Abbiamo ascoltato anche la sua musica degli 1930-1940, quando veramente cantava molte canzoni, ma la sua voce era già stanca, non era più quella della giovinezza.”

L’esistenza di Zavaidoc, maturata durante la prima guerra mondiale, terminò durante l’altro grande conflitto del XX secolo, la seconda guerra mondiale. Nel 1941, la Romania entrava in guerra accanto alla Germania contro l’URSS per la liberazione della Bessarabia e della Bucovina Settentrionale e Zavaidoc era chiamato di nuovo alle armi. Arrivò a cantare per i militari romeni in Bessarabia e Transnistria. Tornò nel Paese, ma durante i bombardamenti dell’aviazione americana dell’aprile 1944 la sua casa fu colpita da una bomba. A dicembre 1944, i medici gli diagnosticarono una “nefrite” che gli provocò la morte alla metà del gennaio 1945.

Foto: Museo Nazionale di Storia della Romania
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