Commemorazione del Beato Cardinale Iuliu Hossu in Vaticano
La Cappella Sistina ha ospitato un evento speciale dedicato al Cardinale greco-cattolico Iuliu Hossu.
Ştefan Stoica, 03.06.2025, 11:29
Il Cardinale Iuliu Hossu, vescovo della Chiesa Romena Unita con Roma, che il 1° dicembre 1918 lesse la proclamazione dell’unione della Transilvania al Regno di Romania, è stato commemorato attraverso una serie di eventi di diplomazia pubblica organizzati dall’Ambasciata di Romania presso la Santa Sede. Domenica 1° giugno, nella Basilica di San Pietro, è stata celebrata una Divina Liturgia di rito bizantino in lingua romena.
Lunedì 2 giugno, nella Cappella Sistina, si è svolto un evento solenne, su iniziativa della Federazione delle Comunità Ebraiche di Romania, che ha celebrato la memoria del Cardinale Hossu nell’anno a lui dedicato. Ha inoltre segnato l’avvio del processo per il suo riconoscimento come Giusto tra le Nazioni, per il suo operato di salvare ebrei durante l’Olocausto.
“Il messaggio del Cardinale Hossu è quanto mai attuale. Ciò che egli ha fatto per gli ebrei della Romania, le azioni che ha compiuto per proteggere il prossimo, nonostante ogni rischio e pericolo, lo mostrano come modello di uomo libero, coraggioso e generoso fino al sacrificio supremo. Ecco perché il suo motto “La nostra fede è la nostra vita” dovrebbe diventare il motto di ciascuno di noi”, ha affermato Papa Leone XIV, presente alla commemorazione di Iuliu Hossu.
Nella primavera del 1944, mentre si preparava la ghettizzazione degli ebrei a Cluj-Napoca e in altre città della Transilvania, mobilitò il clero e i fedeli greco-cattolici, emanando una Lettera pastorale in cui chiedeva loro di aiutare la comunità ebraica in pericolo. Secondo la testimonianza di Moshe Carmilly-Weinberger, ex rabbino capo della Comunità ebraica di Cluj-Napoca, il Cardinale Hossu contribuì a salvare migliaia di ebrei dalla morte nella Transilvania settentrionale tra il 1940 e il 1944.
Nell’ambito dell’evento svoltosi nella Cappella Sistina, il violinista romeno Alexandru Tomescu ha eseguito composizioni musicali e un parente del Beato Iuliu Hossu ha letto estratti dalle memorie dell’esemplare cardinale romeno, che hanno ricordato la sua fede, la forza del perdono e la libertà interiore nonostante le persecuzioni del regime comunista romeno.
“Iuliu Hossu fa parte del Pantheon romeno. Ha offerto un modello di coscienza che non ha potuto essere schiacciata. È imperativo coltivare la memoria storica. La memoria storica è, infatti, la coscienza della nostra società. Il vescovo Hossu è stato un ponte tra Oriente e Occidente, tra ragione e rivelazione, tra il vero e il bello”, ha detto l’ambasciatore di Romania presso la Santa Sede, George Bologan.
Poco dopo l’insediamento dei comunisti, la Chiesa greco-cattolica fu messa al bando e i suoi beni vennero divisi tra lo stato e la Chiesa Ortodossa, e Iuliu Hossu fu arrestato. Seguirono lunghi anni di prigionia e poi gli arresti domiciliari sotto la sorveglianza della Securitate, la polizia politica, fino alla sua morte nel 1970. Sebbene avesse potuto lasciare la Romania, soprattutto dopo essere stato creato cardinale, Iuliu Hossu non ha voluto lasciare il suo paese. E’ stato beatificato insieme ad altri sei vescovi da Papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Romania nel 2019.