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Come possono i medici romeni tornare in patria?

Sempre più medici romeni all'estero desiderano tornare in patria.

foto: Facebook.com/rogobete.alex (il ministro delle sanità, Alexandru Rogobete)
foto: Facebook.com/rogobete.alex (il ministro delle sanità, Alexandru Rogobete)

, 09.12.2025, 15:30

Manifestatosi con forza negli ultimi due decenni, con alcuni periodi di picco, l’esodo dei medici romeni è stato dovuto principalmente alle condizioni economiche e professionali del Paese, che si sono concretizzate in bassi salari, ospedali scarsamente attrezzati, burocrazia e mancanza di chiare prospettive di carriera. Si stima che nei 4-5 anni immediatamente successivi all’adesione del paese all’Unione Europea, nel 2007, quando la libertà di lavoro in Europa ha facilitato le partenze, oltre 10.000 medici romeni abbiano scelto di esercitare la loro professione all’estero.

Il fenomeno si è intensificato tra il 2010 e il 2016, quando oltre 14.500 medici hanno richiesto i certificati professionali necessari per lavorare all’estero, con un picco storico nel 2011. Per la Romania, questa situazione si è tradotta in carenza di personale, reparti sottodimensionati, medici sovraccarichi di lavoro e difficoltà di accesso a specialisti in alcune aree, soprattutto quelle rurali. I pazienti hanno finito per percorrere decine o centinaia di chilometri per semplici visite o interventi chirurgici che dovrebbero essere accessibili localmente.

Infine, ma non meno importante, ci sono i costi, con lo stato che investe ingenti somme nella formazione di un medico, mentre dei benefici godono altri Paesi. Da diversi anni, tuttavia, sempre più medici romeni emigrati all’estero desiderano tornare in patria, motivati dall’aumento degli stipendi, dalla modernizzazione degli ospedali e dalla creazione di centri medici ad alte prestazioni. Il rientro degli specialisti è tuttavia ostacolato da procedure burocratiche che in alcuni casi durano anche un anno. Per questo motivo, il Ministero della Salute sta lavorando a un’ordinanza per semplificare le procedure necessarie per il rientro in patria dei medici che hanno lavorato all’estero e per ridurre i tempi di riconoscimento dei certificati e delle competenze professionali.

“Mi sembra inaccettabile che nel 2025 ci voglia un anno perché un gruppo di burocrati del Ministero della Salute, dell’Università o addirittura dell’unità sanitaria approvi o confermi l’esperienza di un medico che ha lavorato per 15 anni in un ospedale di Parigi, eseguendo trombectomie e gli interventi più complessi. E poi, il progetto di cui stiamo parlando sburocratizza e facilita il trasferimento di personale medico dall’estero alla Romania in meno di 30 giorni”, ha dichiarato il ministro della Salute, Alexandru Rogobete.

La deburocratizzazione è a vantaggio dei pazienti e il progetto dovrà essere reso trasparente nel processo decisionale nell’immediato futuro, ha affermato il ministro.

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