Decisione della Corte Costituzionale, criticata
La Corte Costituzionale della Romania è di nuovo oggetto di critiche dell'opinione pubblica.

Bogdan Matei, 30.05.2025, 10:39
La Corte Costituzionale è probabilmente l’istituzione vista come la più antipatica, ma anche la più temuta in Romania. Le sue decisioni vengono spesso veementemente criticate in pubblico. Ma, dal punto di vista legale, non possono essere annullate da nessun’altra corte. Giovedì, la Consulta ha deciso che le dichiarazioni patrimoniali e di interessi delle alte cariche non dovranno più essere pubblicate sul sito web dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità (ANI) o sulle pagine online di altre istituzioni pubbliche. Inoltre, le dichiarazioni non dovranno più includere i redditi e i beni del coniuge e dei figli. I giudici costituzionali hanno preso questa decisione, definitiva e vincolante, in seguito a una segnalazione presentata sei anni fa da una consigliera del Difensore Civico. Era stata multata dall’ANI per non aver incluso il reddito del marito nella dichiarazione patrimoniale, indicandolo come confidenziale.
Secondo l’ANI, “la decisione della CCR (…) annulla la natura pubblica delle dichiarazioni patrimoniali e di interessi e può violare tutti gli impegni assunti dalla Romania a livello internazionale negli ultimi 20 anni in materia di lotta alla corruzione e di garanzia dell’integrità nelle cariche pubbliche. Allo stesso tempo, tale decisione potrebbe influire sul processo di adesione all’OCSE, sui progressi registrati dalla Romania nell’ambito dei monitoraggi a livello dell’Unione Europea (Rapporto sullo Stato di Diritto) o del Consiglio d’Europa (Gruppo di Stati contro la Corruzione – GRECO)”.
Il nuovo presidente della Romania, Nicuşor Dan, afferma che la decisione della Corte Costituzionale in merito alle dichiarazioni patrimoniali è “in contraddizione con un principio essenziale della democrazia: la trasparenza nell’esercizio delle cariche pubbliche”. Il capo dello stato ricorda che “l’accesso dei cittadini alle informazioni relative alle dichiarazioni patrimoniali delle alte cariche è una garanzia di integrità e responsabilità nello spazio pubblico e questo principio deve essere fermamente difeso”. Dan sostiene inoltre che “se la motivazione della decisione individua carenze tecniche nell’attuale quadro legislativo, è responsabilità del Parlamento correggerle velocemente”.
Anche voci dei partiti parlamentari di Bucarest hanno disapprovato la decisione dei giudici costituzionali. Il leader ad interim del PSD, Sorin Grindeanu, promette di continuare a pubblicare le sue dichiarazioni patrimoniali, compreso il reddito della moglie. L’eurodeputata dell’AUR Georgiana Teodorescu afferma che la decisione della Corte in merito alla segretezza delle dichiarazioni patrimoniali è “scandalosa, mina anni di sforzi per la trasparenza e l’integrità nella vita pubblica” e può essere tradotta in “via libera al denaro pubblico, senza alcuna traccia di controllo”. Il presidente ad interim dell’USR, Dominic Fritz, propone una rapida revisione della legislazione e sostiene una riforma dell’ANI e dell’Agenzia Nazionale delle Entrate (ANAF), affinché utilizzino la tecnologia per verificare in modo “automatizzato e corretto” i patrimoni delle alte cariche.