Dal deficit di bilancio al debito pubblico
I deficit di bilancio nazionali nell'UE sono scesi al 3,2%, ma la Romania ha chiuso il 2024 con un disavanzo del 9,3%, in aumento rispetto all'anno precedente.

Corina Cristea, 23.04.2025, 11:32
A Bucarest, il Ministero delle Finanze ribadisce l’impegno della Romania a raggiungere un deficit del 7% del Prodotto Interno Lordo alla fine dell’anno e promette di continuare su questa strada negli anni a venire, come stabilito nel piano concordato con la Commissione Europea. La precisazione arriva dopo che, secondo i nuovi dati Eurostat, lo scorso anno la Romania ha avuto il deficit più elevato dell’Unione, pari al 9,3% del PIL, superiore a quanto annunciato dall’Esecutivo. Il Ministero delle Finanze individua tra le cause principali di questa situazione gli importi dovuti a fine anno dalle istituzioni pubbliche, il che ha implicato spese maggiori non incluse nei calcoli iniziali.
La Romania non è l’unico paese membro con un deficit superiore al limite massimo del 3% previsto dalla legislazione europea e al di sotto del quale Bucarest cerca da anni di tornare. I dati Eurostat mostrano che, lo scorso anno, i deficit di bilancio nazionali nell’Unione Europea sono diminuiti, passando in media dal 3,5 al 3,2%. Dopo la Romania, la Polonia ha il deficit più elevato, pari al 6,6%, ma questo paese ha una spesa per la difesa più elevata, superiore al 4%, ed è lo stato NATO con la quota più alta del PIL destinata a questo settore. Altri stati con deficit elevati sono la Francia (5,8%) e la Slovacchia (5,3%). Al contrario, sei stati hanno registrato un surplus di bilancio: Danimarca, Irlanda, Cipro, Grecia, Lussemburgo e Portogallo.
In termini di rapporto debito pubblico e PIL, la Romania si trova in una buona situazione, con solo il 54,8%, quindi sotto la media comunitaria. I debiti pubblici più elevati si registrano in Grecia, al 153%, in Italia, al 135%, seguiti da Francia, Belgio e Spagna, tutti con oltre il 100%. Martedì sono arrivate notizie finanziarie anche dal FMI. Nel contesto delle incertezze causate dalla guerra dei dazi avviata dal presidente Donald Trump, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto le sue stime sulla crescita dell’economia romena per quest’anno. Si tratta di un calo dal 3,3% previsto a ottobre, all’1,6%, mentre per il 2026 si prevede una crescita del 2,8%.
Inoltre, l’istituzione finanziaria internazionale stima che quest’anno l’economia globale subirà un drastico declino, più precisamente a un tasso annuo del 2,8%, mezzo punto percentuale in meno rispetto alle stime del Fondo all’inizio dell’anno. Secondo il FMI, è probabile solo una crescita modesta al 3% nel 2026, ma ciò inciderà anche sui progressi nel controllo dell’inflazione. Il rallentamento economico sarà particolarmente drastico per l’economia degli Stati Uniti, che quest’anno crescerà solo dell’1,8%, stima inoltre il Fondo Monetario Internazionale.