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PNRR: decisioni sui fondi europei

I fondi europei aspettano di essere utilizzati, dopo che il Governo di Bucarest ha approvato l’ordinanza d’urgenza che permetterà l’accesso a un prestito per un valore di quasi 15 miliardi di euro concesso dalla Commissione Europea nell’ambito del Meccanismo di Ripresa e Resilienza. Più di 29 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi come sovvenzioni e circa 15 miliardi come prestiti, saranno messi a disposizione della Romania tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Durante la recente visita a Bruxelles, il premier Nicolae Ciucă ha discusso con gli esponenti europei delle modalità concrete di attuazione di questo piano nazionale sostenuto da fondi europei. Nicolae Ciucă ha annunciato, a Bruxelles, che il governo creerà, a breve, una struttura incaricata a monitorare, coordinare e verificare il modo in cui sarà adoperato questo strumento europeo.



Stando al Ministero delle Finanze, il prestito concesso dalla Commissione Europea ha tre principali destinazioni: il finanziamento delle riforme previste nel Piano Nazionale di Ripresa, la copertura del deficit di bilancio pubblico e il re-finanziamento del debito pubblico. I fondi saranno stanziati a 10 rate, entro il 31 dicembre 2026, man mano che vengono portati a compimento gli obiettivi assunti dalla Romania e gli investimenti associati al prestito. Ciascun pagamento, compreso il prefinanziamento, viene concesso a condizioni vantaggiose, al livello dei costi della Commissione Europea. Il prestito sarà rimborsato nei prossimi 30 anni, a rate uguali, con un periodo di grazia di 10 anni. Voglio che i romeni sappiano cosa succede con i prestiti che prendiamo; credo che abbiano almeno questo diritto, anche per il fatto che saranno loro a sostenere i rimborsi. Io farò tutto quello che dipende da me affinché ciascun euro preso in prestito sia investito e contribuisca allo sviluppo del Paese e al miglioramento della vita delle personeˮ, ha sottolineato il ministro delle Finanze, Adrian Câciu.



D’altra parte, la Commissione Europea ha proposto tre nuove tasse nel blocco comunitario, che dovrebbero permettere, nei prossimi decenni, il rimborso dei fondi raccolti dall’UE per finanziare la componente sovvenzioni di NextGenerationEU, un pacchetto per la ripresa economica dell’Unione volto ad appoggiare gli stati membri colpiti dalla pandemia di coronavirus. La prima tassa è basata sugli incassi provenienti dalla vendita dei certificati di emissioni. La seconda misura ha alla base le risorse generate dal meccanismo proposto dall’UE di aggiustamento al confine delle emissioni di biossido di carbonio. La Commissione propone lo stanziamento al budget dell’UE del 75% degli incassi generati da questo meccanismo di aggiustamento al confine delle emissioni di biossido di carbonio. La terza tassa si appoggia alla quota dei profitti residuali delle imprese multinazionali che saranno riallocati agli stati membri dell’UE in base al recente accordo OCSE sulla riallocazione dei diritti di tassazione. Nel periodo 2026-2030, si stima che queste nuove fonti di incassi genereranno una cifra totale di fino a 17 miliardi di euro all’anno per il budget dell’UE.

PNRR: decisioni sui fondi europei
PNRR: decisioni sui fondi europei

, 23.12.2021, 14:02

I fondi europei aspettano di essere utilizzati, dopo che il Governo di Bucarest ha approvato l’ordinanza d’urgenza che permetterà l’accesso a un prestito per un valore di quasi 15 miliardi di euro concesso dalla Commissione Europea nell’ambito del Meccanismo di Ripresa e Resilienza. Più di 29 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi come sovvenzioni e circa 15 miliardi come prestiti, saranno messi a disposizione della Romania tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Durante la recente visita a Bruxelles, il premier Nicolae Ciucă ha discusso con gli esponenti europei delle modalità concrete di attuazione di questo piano nazionale sostenuto da fondi europei. Nicolae Ciucă ha annunciato, a Bruxelles, che il governo creerà, a breve, una struttura incaricata a monitorare, coordinare e verificare il modo in cui sarà adoperato questo strumento europeo.



Stando al Ministero delle Finanze, il prestito concesso dalla Commissione Europea ha tre principali destinazioni: il finanziamento delle riforme previste nel Piano Nazionale di Ripresa, la copertura del deficit di bilancio pubblico e il re-finanziamento del debito pubblico. I fondi saranno stanziati a 10 rate, entro il 31 dicembre 2026, man mano che vengono portati a compimento gli obiettivi assunti dalla Romania e gli investimenti associati al prestito. Ciascun pagamento, compreso il prefinanziamento, viene concesso a condizioni vantaggiose, al livello dei costi della Commissione Europea. Il prestito sarà rimborsato nei prossimi 30 anni, a rate uguali, con un periodo di grazia di 10 anni. Voglio che i romeni sappiano cosa succede con i prestiti che prendiamo; credo che abbiano almeno questo diritto, anche per il fatto che saranno loro a sostenere i rimborsi. Io farò tutto quello che dipende da me affinché ciascun euro preso in prestito sia investito e contribuisca allo sviluppo del Paese e al miglioramento della vita delle personeˮ, ha sottolineato il ministro delle Finanze, Adrian Câciu.



D’altra parte, la Commissione Europea ha proposto tre nuove tasse nel blocco comunitario, che dovrebbero permettere, nei prossimi decenni, il rimborso dei fondi raccolti dall’UE per finanziare la componente sovvenzioni di NextGenerationEU, un pacchetto per la ripresa economica dell’Unione volto ad appoggiare gli stati membri colpiti dalla pandemia di coronavirus. La prima tassa è basata sugli incassi provenienti dalla vendita dei certificati di emissioni. La seconda misura ha alla base le risorse generate dal meccanismo proposto dall’UE di aggiustamento al confine delle emissioni di biossido di carbonio. La Commissione propone lo stanziamento al budget dell’UE del 75% degli incassi generati da questo meccanismo di aggiustamento al confine delle emissioni di biossido di carbonio. La terza tassa si appoggia alla quota dei profitti residuali delle imprese multinazionali che saranno riallocati agli stati membri dell’UE in base al recente accordo OCSE sulla riallocazione dei diritti di tassazione. Nel periodo 2026-2030, si stima che queste nuove fonti di incassi genereranno una cifra totale di fino a 17 miliardi di euro all’anno per il budget dell’UE.

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