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Sguardo sulla Settimana

Importanti manifestazioni contro le misure adottate, a poco tempo dallinsediamento, dal nuovo governo di Bucarest

Sguardo sulla Settimana
Sguardo sulla Settimana

, 03.02.2017, 18:08

Centinaia di migliaia di
persone sono scese in strada per protestare contro alcune misure adottate, a
poco tempo dall’insediamento, da parte del nuovo governo di Bucarest. Si tratta
della modifica, tramite ordinanza d’urgenza, dei Codici Penali e di Procedura
Penale e dell’elaborazione di un disegno legge su una grazia collettiva, misure
che, secondo i critici, piazzano la Romania alla periferia dell’Europa. Di
notte, come i ladri, Dragnea il becchino del Paese Saremo qui ogni giorno
– sono solo alcuni dei slogans scanditi davanti alla sede dell’Esecutivo a Bucarest,
nelle più importanti città del Paese, ma anche all’estero, a Londra, Parigi,
Bruxelles o Roma. Si tratta delle più ampie manifestazioni di protesta dalla rivoluzione anticomunista del 1989.
Tramite le modifiche operate, sotto la soglia dei 200.000 lei (45.000 euro),
l’abuso d’ufficio non sarà punito penalmente.

L’ordinanza prevede
inoltre che il favoreggiamento del delinquente viene depenalizzato anche se il
reato viene compiuto da un membro di famiglia o di un parente fino al secondo
grado. I governanti invocano l’adeguamento della
legislazione alle decisioni della Corte Costituzionale, mentre i critici
considerano la fretta ingiustificata e la modalità scelta. La gente contesta il
modo in cui sono stati modificati i Codici ed affermano che al di la degli
argomenti dei governanti si trova l’interesse di salvare politici, autorità
locali ed alcuni imprenditori. Tra questi, anche il leader del PSD, Liviu
Dragnea, condannato a due anni di reclusione con sospensione, per tentativo di
broglio, nel 2012, al referendum per le dimissioni dell’allora presidente,
Traian Basescu e indagato attuallmente in un altro fascicolo per istigazione
all’abuso d’ufficio e falso intelettuale, con un pregiudizio inferiore al nuovo
tetto stabilito di 200.000 lei. E inammissibile, una presa in giro da parte
del Governo, adottare la notte, senza includere sull’ordine del giorno, un
ordinanza d’urgenza in un settore cosi sensibile. Questo problema non puo
essere tollerato- ha dichiarato il presidente Klaus Iohannis, il quale ha
segnalato alla Corte Costituzionale un possibile conflitto giuridico tra
governo, sistema giustiziario e Parlamento. Non è l’unica contestazione contro l’ordinanza d’urgenza, il Consiglio Superiore
della Magistratura, la Procura Generale e L’Avvocato del Popolo annoverandosi
tra le istitizioni che hanno preso posizione in questo senso


D’altra parte, il
presidente Iohannis ha inviato ai presidenti delle due camere del Parlamento
una lettera in cui chiede di presentare davanti al legislativo un messaggio legato
alle modifice operate dal Governo alla legislazione penale, ma anche in merito
agli avvenimennti generati dai provvedimenti. L’opposizione di destra, formata
dall’Unione Salvate Romania e dal Partito Nazionale Liberale, ha inoltrato una
mozione di censura – un iniziativa con poche chanche di portare al crollo del
Gabinetto Sorin Grindeanu, a causa della confortevole maggioranza nel
parlamento dell’alleanza PartitoSocial Democratico-ALDE, malgrado l’esistenza
di social democratici che non sono d’accordo con le nuove decisioni. La Camera
di Commercio Romeno-Americana in Romania ha espresso il suo disappunto ed ha
precisato che gli atti normativi adottati minano lo stato di diritto e non
rispettano i principi fondamentali della trasparenza, stabilità e predittibilità,
allontanando la Romania dai valori e dagli standards europei.

D’altra parte le
ambasciate di Francia, Germania, Olanda, Belgio, Canada e Stati Uniti hanno
espresso preoccupazione nei confronti degli avvenimenti degli ultimi giorni,
precisando che le azioni del governo rischiano di perturbare in modo grave i
partenariati con la Romania, basati su valori comuni specifici all’UE e alla
NATO. In un comunicato comune , le sei rappresentanze diplomatiche considerano
che le modifiche adottate dall’ Esecutivo minano i progressi ottenuti a livello
dello stato di diritto e della lotta contro la corruzione, ma anche la
posizione della Romania nell’ambito della comunità internazionale. Il presidente
della Commissione Europea, Jean Claude Junker ed il primo vicepresidente, Frans
Timmermans, hanno espresso la loro preoccupazione nei confronti dei recenti
sviluppi in Romania, ricordando che l’eliminazione del Meccanismo di
Cooerazione e Verifica, applicato alla Romania negli ultimi 10 anni, dipende
dall’irreversibilità dei progressi realizzati nella lotta contro la corruzione.

Un dibattito sul tema della democrazia e della giustizia in Romania si è svolto
giovedi, nel Parlamento Europeo, nel senso di un acceso scambio di repliche tra gli
europarlamentari romeni dei diversi partiti. Frans Timmermans ha attirato
l’attenzione, per l’occasione, sul fatto che la Romania potrebbe perdere i
fondi europei ed ha fatto un appello al governo romeno di riconsiderare le
ordinanze d’urgenza. Il premier romeno a risposto a Bruxelles tramite una lettera
in cui ribadisce che la lotta contro la corruzione resta una priorità del
Governo di Bucarest. Alla fine di un
incontro con i leader del PSD nel territorio – in cui è stato ribadito il
sostegno per le misure adottate, il premier Sorin Grindeanu e il leader
social-democratico Liviu Dragnea hanno sostenuto una conferenza stampa in cui
hanno tentato di contrastare le accuse . E malgrado le proteste, le critiche e
i moniti, l’esecutivo di Bucarest resta inflessibile.



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