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“L’ottagono confessionale”

Otto luoghi di culto collocati su un'area di otto chilometri quadri, nella parte storica della città di Costanza, situata in riva al Mar Nero, raccontano la storia millenaria della convivenza di più etnie e confessioni religiose.

“L’ottagono confessionale”
“L’ottagono confessionale”

, 03.02.2023, 13:36

Otto luoghi di culto collocati su unarea di otto chilometri quadri, nella parte storica della città di Costanza, situata in riva al Mar Nero, raccontano la storia millenaria della convivenza di più etnie e confessioni religiose da queste parti. Abbiamo invitato Valentin Coman, guida turistica, a raccontarci la storia di questi monumenti: “Quest’ottagono racconta, infatti, la storia della città di Constanța dal momento in cui il sultano decise di costruire una linea ferroviaria (n.r. nel 1860) e un villaggio vicino a pescatori e pastori diventa una comunità esuberante, ottimista e che sviluppa fiducia nel futuro. Così apparvero a Costanza le comunità greca, armena ed ebraica. Successivamente, dopo la fine della Guerra dIndipendenza e l’insediamento di unamministrazione romena, è ovvio che la comunità romena si è sviluppata. Certamente, ciascuna delle comunità menzionate aveva il proprio luogo di culto. Il più antico è la chiesa greca Metamorfosis, costruita verso la metà del XIX secolo, durante il regno di un sultano molto aperto. Si dice, infatti, che il terreno su cui è stata costruita questa chiesa, in altre parole un luogo di culto cristiano, sia stato donato dal sultano Abdul-Aziz (n.r. il 32° sultano dellImpero Ottomano). Inoltre, quasi allo stesso periodo risale anche la Geamia Hunkiar, il più antico luogo di culto musulmano di Costanza, che ha una storia alle spalle, perché è stata costruita sul sito di unaltra ancora più antica.”



Seguendo la successione cronologica degli avvenimenti, Valentin Coman ha aggiunto: “La maggior parte degli altri luoghi di culto che troviamo in questo momento nella Città Vecchia, in quella Costanza bella, colorata, diversa, cosmopolita, creata tra il 1860 e linizio della Seconda Guerra Mondiale, appartiene alle comunità che si sono radicate in questo periodo. Purtroppo abbiamo perso la comunità bulgara quando tra gli stati romeno e bulgaro è stato firmato il Trattato di Craiova, legato a una storia più antica del Quadrilatero, e la comunità bulgara ha lasciato quasi del tutto la Dobrugea. Abbiamo la Grande Sinagoga, ancora in piedi oggi, purtroppo gravemente danneggiata e probabilmente è arrivata in questa situazione perché la bella comunità ebraica di mercanti di Costanza si è gradualmente diminuita, mentre il periodo buio della Seconda Guerra Mondiale la fece diminuire ancora di più. Le quasi 40-50 persone che oggi formano la comunità ebraica non hanno più avuto la forza di prendersi cura del loro luogo di culto, il secondo della città. Perché la Grande Sinagoga, pur danneggiata comè, racconta la storia di una sinagoga ancora più antica, la Sinagoga Ashkenazita, il cui luogo non è stato più occupato, anche se scomparsa, è stato lasciato così come ricordo, accanto alla Grande Sinagoga. Abbiamo anche la Chiesa armena che anch’essa racconta una storia, perché, infatti, la chiesa che vediamo oggi è lex scuola armena. Si tratta della chiesa di questa bella comunità di mercanti, che ha lasciato anche alcuni edifici eccezionali, tra i quali vale la pena menzionare La Casa con i Leoni, probabilmente il terzo edificio di patrimonio più bello e rappresentativo di Costanza. Questa comunità aveva anche una piccola chiesa di legno, distrutta da un devastante incendio. Allora la comunità decise di trasformare in chiesa metà della scuola. Così all’edificio fu attaccato un piccolo e bel campanile di pietra e quindi continuò a perseguire la sua missione spirituale.



E ci sono ancora storie da raccontare, perché, come ci ha assicurato il nostro interlocutore, sotto questi edifici ci sono le antiche basiliche di Tomi. Valentin Coman: “Ovviamente abbiamo due luoghi di culto probabilmente i più imponenti qui a Costanza, la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, il primo luogo di culto ortodosso in lingua romena, costruito verso la fine dell’Ottocento, che vanta anchesso una storia favolosa e che è riuscito ad affrontare il duro periodo delle guerre e, ad un certo punto, è stato gravemente danneggiato durante un bombardamento. Però abbiamo anche la Moschea Carlo I, lunica moschea conosciuta che reca il nome di un cristiano, il re Carlo I. Infatti, è chiamata anche la Moschea del Re, un gesto che, all’epoca della monarchia, il re Carlo I fece per la popolazione della Dobrugea, ricordandole che siamo tutti cittadini, fratelli, uguali, tolleranti, comprensivi gli uni con gli altri e più disposti piuttosto a vivere felicemente insieme che a dividerci. La moschea è il primo edificio in cemento armato costruito in Romania su richiesta del re e fu donata alla comunità musulmana della Dobrugea. E’, infatti, un luogo di culto che è sempre stato aperto ai visitatori. Non possiamo non aggiungere la stupenda chiesa cattolica, la cattedrale Romano-Cattolica SantAntonio da Padova, eretta sul posto di una chiesa cattolica più antica. Perché, come dicevo, intorno al 1860 qui vennero gli inglesi che iniziarono a costruire una linea ferroviaria tra Costanza e Medgidia per poi estenderla fino a Cernavodă. Questa cattedrale cattolica venne costruita con molta difficoltà, con tanti sforzi, grazie a moltissime donazioni. Nonostante ciò, la sua storia è ancora più bella. Durante la Seconda Guerra Mondiale, quest’edificio era considerato così solido, bello e protettivo, che le truppe sovietiche che conquistarono la città decisero di adibirlo a deposito di munizioni. Oggi è una bellissima cattedrale che segue la sua missione spirituale”. Sono racconti affascinanti, sulla storia e sulla pacifica convivenza, intrisi dellodore salato del Mar Nero.

Foto: facebook.com/alina.tofan.16
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