Il Limes Romano
Il Limes Romano era un ampio sistema di frontiere fortificate e centri di difesa che tracciavano i confini dell’Impero Romano. L’esempio più conosciuto era il Limes Danubiano, che attraversava l’attuale Romania a garantiva il controllo strategico sul Danubio.
Ion Puican, 16.09.2025, 07:00
Il Limes Romano era la rete di frontiere dell’Impero Romano, formata da fortificazioni, vie militari, torri di osservazione, fortini e accampamenti delle legioni. Tracciava i confini dell’impero e aveva uno scopo difensivo e strategico, ma anche una funzione di controllo economico e amministrativo. Si stendeva su migliaia di chilometri, dalla Gran Bretagna (Il Vallo di Adriano) fino al Medio Oriente e all’Africa Settentrionale. Non era solo una barriera militare, ma anche un luogo di contatto e scambio tra i romani e le popolazioni al di là dei confini dell’impero. Ovidiu Țentea, archeologo e manager ad interim del Museo Nazionale di Storia della Romania, ci ha parlato di cosa vuol dire il Limes e soprattutto del Limes Dacico e della differenza rispetto al Limes Danubiano: Il Limes è una linea di demarcazione in generale, che può essere incluso nel concetto di frontiera. Se parliamo di frontiere, ce ne sono di vario tipo a seconda del rilievo, a seconda delle popolazioni che confinavano con l’Impero Romano. Il Limes Dacicus, con la denominazione latina, anche se non ha un equivalente dimostrato dalle fonti, il limes della Dacia o le frontiere della Dacia, rappresenta il fascicolo più complesso con cui World Heritage abbia avuto a che fare per quanto riguarda le frontiere romane, poiché si stende sulla più grande superficie, oltre mille chilometri e incontra circa otto tipi di frontiera, di pianura, fiume, collina, frontiere artificiali, ovvero costruzioni con palizzate, oppure mura che bloccavano l’accesso su diverse valli. È molto complesso e, in generale, i partner e gli specialisti europei non erano molto fiduciosi che la Romania avesse potuto portare a termine un simile fascicolo, perché è molto complesso e perché, si sa, la nostra capacità amministrativa non supera la media, per così dire. Dunque è stato un vero successo il fatto che questo fascicolo sia stato accettato l’anno scorso e che adesso fa parte del patrimonio mondiale. …
Per quanto riguarda il Limes Dacico, Ovidiu Țentea ci ha fatto una sua breve descrizione, presentando un itinerario contenente quello che andrebbe visitato e osservato lungo il Limes Dacico: In Romania, il Limes Dacico, che inizia laddove il Danubio entra sul territorio della Romania e compie un arco nella zona del Banato, attraversa le province di Alba, Cluj, Sălaj, Bistrița-Năsăud. All’interno dell’arco carpatico, prende due direzioni: la direzione del fiume Olt attraverso Brașov, Sibiu, Vâlcea, Olt. La seconda scende per il passo Rucăr-Bran e attraversa le province di Argeș e Teleorman. E abbastanza complesso. Ci sono oltre 100 fortificazioni, un quarto delle quali si possono vedere sul posto. Ma tutto parte da una documentazione iniziale. Uno deve sapere che cosa vedrà. In alcuni tratti, le fortificazioni sono ben visibili, perché hanno mura di pietra e sono meglio conservate. Si trovano sul dominio pubblico. Le migliori sarebbero Porolissum, Moigrad, Potaissa, a Turda, sono messe in risalto molto bene. Ci sarebbe poi Tibiscum, che è Jupa nella zona di Caransebeș. Drobeta, che si vede accanto al piede del ponte. Ci sarebbe poi, sempre nella parte meridionale, Sucidava, a Celei. Sono siti molto interessanti. Una parte sono sovrapposti parzialmente ad alcune costruzioni, altre sono quasi interamente sovrapposte a insediamenti attuali. Tutto va seguito su una mappa, consultabile come una specie di guida per apprendere informazioni su questo limes. …
Che tipi di guide possono trovare gli appassionati di archeologia e coloro che sono interessati alla storia dell’Impero Romano, sul territorio della Romania? Ce lo dice l’archeologo Ovidiu Țentea: Ci sono solo alcune guide, ma non sono complete in questo momento per la Dacia. Ma per il Danubio abbiamo fatto un intero album che è molto espressivo per l’intero Limes sul territorio della Romania, dall’entrata del Danubio nel Paese fino al Delta. …. Per la Dacia è più complicato visto che c’è questa grande diversità. Sarebbe un progetto più ampio rispetto alla Via Transilvanica e sarebbe molto più complesso da questo punto di vista e non credo che si possa percorrere in meno di due settimane, per chi volesse seguire tutto questo itinerario. … Sul Danubio sapete che le crociere non sono molto apprezzate in Romania, per sfortuna, ma potrebbe essere un motivo in più per sfruttare il Limes Danubiano per le crociere ….
Alla fine della nostra chiacchierata, Ovidiu Țentea ci ha offerto anche altre informazioni sul Limes Dacico e sulla sua importanza scientifica, storica e culturale. L’archeologo ci ha offerto anche una carta dei musei che presentano artefatti e informazioni rilevanti sul Limes: Il Limes Dacico è stato studiato intensamente. Dal punto di vista amministrativo, è diventato adesso parte del patrimonio dell’UNESCO, fatto che aiuta molto alla sua conservazione e promozione. Ma è molto intensamente studiato ed è utilizzato anche nelle mostre. Nei prossimi anni si farà un marketing integrato, che promuoverà le migliori zone che si possono visitare. Se cominciamo da sinistra a destra, il Museo di Drobeta sta facendo un ottimo lavoro. Quello di Caransebeș, per Tibiscum, quello di Alba Iulia per Apulum, quello di Turda per Potaissa, quello di Cluj per Napoca e la zona circostante, Zalău per Porolissum e Dacia Porolisensis. Bistrița Năsăud, il Museo di Târgu Mureș, i musei di Sfântu Gheorghe, il Museo dei Carpazi, il Museo Nazionale dei Carpazi Orientali oppure il Museo della Terra dei Sekler. Il Museo di Brașov, parzialmente Bruckenthal, una parte di Vâlcea. Mentre per il Danubio, il Museo di Tulcea. Per tutto questo, della parte online cerchiamo di occuparci noi del Museo Nazionale di Storia della Romania.
Il Limes Romano in Romania rimane non solo una testimonianza dell’ingegnosità e del potere della civiltà romana, ma anche una risorsa culturale preziosissima, che ci invita a capire, a proteggere e a valorizzare la storia come parte fondamentale della nostra identità europea.