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Costanza multi-culturale

Costanza, la più grande città-porto sul Mar Nero, diventa un’attrattiva per turisti, soprattutto nella stagione estiva, quando le località balneari sono le principali destinazioni di vacanza in Romania. Con una storia millenaria, Costanza può essere scoperta a piedi, durante una passeggiata nel centro storico, che svela ai visitatori luoghi rilevanti per le comunità etniche della zona.

Foto: Ștefan Baciu/RRI
Foto: Ștefan Baciu/RRI

, 07.10.2025, 13:57

Per i visitatori che vogliono sapere di più sulla storia della città di Costanza, sarebbe utile una passeggiata nel centro storico, che si trova nella zona peninsulare sita tra il porto turistico di Tomi e il porto marittimo di Costanza. Qui si conservano tracce delle civiltà che hanno popolato quest’insediamento, a cominciare dai suoi fondatori, i greci di Mileto, che hanno eretto la fortezza di Tomi. Nel quarto secolo dopo Cristo, ai tempi dell’imperatore bizantino Costantino il Grande, l’insediamento venne esteso e ricevette la denominazione di Constantiana. Resti di edifici dell’antica fortezza si possono vedere nella zona di fronte alla Cattedrale arcivescovile “Santi Apostoli Pietro e Paolo”, ma anche in altri luoghi, come il seminterrato di un ristorante del centro storico, dove le mura e qualche oggetto di ceramica, rinvenuti durante gli scavi archeologici, sono conservati sotto un pavimento di vetro.

Nella primavera di quest’anno, il Casinò, edificio-simbolo della città situato proprio sulla spiaggia, è stato restituito al circuito turistico dopo lavori di riabilitazione durati qualche anno. Costruito in stile Art Nouveau, tra il 1904 e il 1910, su iniziativa di Re Carlo I, il Casinò riceve visitatori su tre piani, di cui uno ospita una mostra dedicata alla storia tumultuosa di questo edificio. Oltre a vecchie case a uno o due piani, al pianterreno delle quali si trovano negozi e ristoranti con terrazze, nel centro storico si possono visitare anche diversi musei e luoghi di culto. Uno di questi è la Chiesa Greca (Metamorphosis), eretta tra il 1863 e il 1865, quando la Dobrugia faceva parte dell’Impero ottomano. Questo luogo di culto fu realizzato grazie al contributo dei membri della comunità greca della città, dopo aver ricevuto l’approvazione del sultano Abdulaziz. La chiesa non ha torri, a causa delle restrizioni imposte dalle autorità ottomane dell’epoca.

In questa città in riva al Mar Nero vivono, da secoli, turchi e tartari, il cui contributo si ritrova nell’immagine della multi-culturale Costanza. Feri Predescu, una nota giornalista di Costanza di origine tartara, ci ha presentato due importanti attrattive del centro storico della città: “In mezzo al centro storico della città di Costanza regna la Moschea Carlo I, chiamata dai tartari e dai turchi della località “Kral Geamsî”. A due passi dalla Moschea Carlo I, realizzata tra il 1910 e il 1913, si trova la moschea Hunchiar, il più antico luogo di culto del centro storico di Costanza. Oltre alle due chiese, ci sono delle moschee in quasi tutti i quartieri della città. Alla fine del 19 secolo, quando la Dobrugia è tornata a fare parte della madrepatria, persino il re si è rivolto ai soldati romeni, chiedendo loro di essere più comprensivi con le etnie della Dobrugia perché sono state esse a mantenere la regione e ha chiesto che venisse rispettata la loro religione. Così si spiega il fatto che in Dobrugia, in ogni località in cui vivono etnici musulmani, c’è una moschea. Vedrete le torri bianche delle moschee, che emergono orgogliose davanti a chi viaggia da queste parti e concluderete che qui vivono romeni di religione musulmana.”

Mentre la Moschea Carlo I o la Grande Moschea di Costanza può essere individuata facilmente grazie al minareto alto 47 metri, la moschea Hunchiar, fatta costruire nel 1869 dal sultano Abdulaziz, è più difficile da notare, essendo paragonabile come dimensione agli altri edifici confinanti del centro storico.

Nel centro storico di Costanza, il contributo delle comunità etniche può essere notato anche nella gastronomia. I ristoranti offrono piatti sia della cucina internazionale, che delle cucine delle comunità etniche, comprese quelle turca e tartara, come ci ha raccontato Feri Predescu: “Ogni masseria di origine tartara e turca, ha delle cuoche che fanno gara per dimostrare la propria abilità in cucina, soprattutto durante le feste di Bayram o di Kurban Bayram, quando tutta la famiglia e gli amici cristiani si riuniscono nelle case di queste famiglie e assaggiano i piatti tipici. Si tratta della minestra tartara molto, molto saporita, nella quale si mette di tutto e anche menta. Abbiamo tutta una serie di torte alla carne, che si preparano al forno. Geantâc è un altro piatto a base di pasta e carne, che si mette sempre nel forno. Come anche il cârde, sempre a base di carne, che ha la forma di prisma. C’è poi il șuberek! Ce ne sono anche diversi altri piatti, e ovviamente i dolci: baclava, sarailie. Un amico, Metin, ha aperto di recente un locale proprio all’entrata nel centro storico e c’è sempre un sacco di gente da lui perché sia agli abitanti di Costanza che ai turisti di passaggio nella zona vengono offerti dei caffè preparati in stile turco, alla sabbia, cosa che accade raramente.”

Secondo la tradizione, il caffè alla sabbia è servito accanto a un pezzo di lokum e a un bicchiere di acqua fredda oppure anche con una porzione di sorbetto.

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