Il rischio di povertà in Romania
Quasi 3,6 milioni di romeni si trovavano in povertà relativa lo scorso anno, secondo l'Istituto Nazionale di Statistica.
Daniela Budu, 10.11.2025, 15:15
Il tasso di povertà relativa in Romania nel 2024 era del 19%, con un numero di poveri corrispondente a questo tasso pari a 3.595.000, secondo i dati centralizzati dall’Istituto Nazionale di Statistica. Secondo l’INS, il tasso di povertà relativa rappresenta la quota di persone povere con un reddito disponibile per adulto inferiore alla soglia fissata al 60% del reddito disponibile mediano per adulto nella popolazione totale. La povertà è la situazione in cui si trovano le persone con redditi così bassi da rendere impossibile per loro raggiungere uno standard di vita considerato accettabile nella società in cui vivono. Queste persone si trovano ad affrontare molteplici svantaggi legati alla disoccupazione, ai bassi redditi, alle cattive condizioni abitative, all’assistenza sanitaria inadeguata e alle barriere all’accesso all’istruzione, alla cultura, allo sport e al tempo libero, afferma l’INS.
L’Istituto sottolinea che il rischio di povertà colpisce la popolazione con intensità diversa a seconda della fascia d’età, della capacità lavorativa e, ovviamente, del reddito percepito. La più alta incidenza di povertà in Romania si riscontra tra i minori fino a 18 anni e i giovani di età compresa tra 18 e 24 anni. Secondo l’INS, la povertà è distribuita in modo non uniforme a livello regionale. Ad esempio, il tasso di povertà era otto volte superiore nella regione dell’Oltenia sud-occidentale (29,8%) rispetto alla regione di Bucarest-Ilfov. Tassi di povertà elevati sono stati registrati anche nelle regioni del Sud-Est (26,8%) e del Nord-Est (26,4%), mentre il più basso è stato registrato a Bucarest-Ilfov (3,7%). A livello europeo, l’8,2% dei cittadini dell’UE di età pari o superiore a 18 anni che hanno dichiarato di lavorare era a rischio di povertà lo scorso anno, come mostrano gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio statistico europeo.
Secondo Eurostat, tra gli Stati membri, la percentuale più alta di lavoratori esposti al rischio di povertà si registra in Lussemburgo (13,4%), mentre la più bassa in Finlandia (2,8%). Tra i paesi con quote comprese tra il 10% e il 12% figurano Romania, Bulgaria, Spagna, Grecia, Estonia, Italia e Slovacchia. In questo contesto, la Commissione europea ha annunciato che sta elaborando una nuova strategia per combattere la povertà in tutti gli Stati membri, che dovrebbe essere applicata il prossimo anno. Attualmente, l’UE stanzia 20 miliardi di euro per contrastare questo fenomeno. Anche in queste condizioni, secondo i dati ufficiali, un europeo su cinque è esposto al rischio di povertà ed esclusione sociale. Il nuovo piano mira a eliminare la povertà nell’Unione entro il 2050. Il documento è stato recentemente presentato in seduta plenaria al Parlamento europeo dalla Commissaria responsabile per i diritti sociali, la romena Roxana Mînzatu, Vicepresidente della Commissione.
Lei ha mostrato che la prima strategia europea contro la povertà è in fase di sviluppo. Il suo obiettivo non è solo quello di far uscire 15 milioni di cittadini europei dalla povertà e dall’esclusione sociale, tra cui almeno 5 milioni di bambini, ma anche di tracciare un percorso chiaro per sradicare la povertà entro il 2050. “La nostra strategia contro la povertà si concentrerà su ciò che conta di più: l’accesso ai servizi essenziali e alla protezione, la lotta alle cause profonde dell’esclusione sociale, la rottura del ciclo della povertà da una generazione all’altra e, naturalmente, l’attuazione di una Garanzia europea per l’infanzia più forte”, ha spiegato Roxana Mânzatu al Parlamento europeo.