I musei della Transilvania Orientale
La Transilvania Orientale, spazio di confluenze etniche e storia viva, viene portata all'attenzione del pubblico nazionale e internazionale attraverso il progetto "Musei nella Transilvania Orientale", noto come "Muzet".
Daniel Onea, 23.11.2025, 20:10
In un’era digitale in cui le destinazioni turistiche competono per la visibilità, una regione della Romania, ingiustamente lasciata nell’ombra, sta ora rivelando la sua ricchezza culturale attraverso un’iniziativa moderna e accessibile. La Transilvania Orientale, uno spazio di confluenze etniche e storia viva, viene portata all’attenzione del pubblico nazionale e internazionale attraverso il progetto “Musei nella Transilvania Orientale”, noto in breve come “Muzet”.
Abbiamo parlato con Alexandru Mihăilă, presidente dell’Associazione Provil, per comprendere la filosofia e l’impatto di questa iniziativa. La sua associazione si occupa della realizzazione di progetti in ambito culturale e della promozione turistica del patrimonio locale. Il progetto “Muzet” si concretizza in una piattaforma digitale complessa, che comprende il sito web muzet.ro, una pagina Facebook, un canale YouTube e applicazioni mobili dedicate per sistemi Android e iOS. Per comprendere meglio la missione di questo progetto, Alexandru Mihăilă spiega la visione dell’associazione sul ruolo dei musei nella società odierna e come è nato questo specifico progetto. “Crediamo che i musei rappresentino un ponte tra le generazioni, attraverso il quale tradizioni, costumi e vari elementi del passato vengono trasposti nel presente. Crediamo anche che sia nostro dovere portare avanti questi elementi. Abbiamo sfruttato l’esistenza di sessioni di finanziamento aperte al governo romeno, dove abbiamo presentato domanda con questo progetto. Per essere più specifici, abbiamo presentato domanda due volte: la prima volta con la prima edizione, in cui abbiamo selezionato cinque musei delle aree di Harghita e Covasna, e successivamente, nella seconda edizione, abbiamo aggiunto altri cinque musei di un’area geografica vicina, più precisamente delle province di Brașov e Mureș.”
Un progetto sviluppato in due fasi, quindi, che ora comprende dieci importanti musei, provenienti da quattro province. L’obiettivo non è solo quello di attrarre turisti stranieri, ma anche, essenzialmente, di riavvicinare il pubblico locale al proprio patrimonio, un patrimonio che, spesso, chi vive nelle sue vicinanze potrebbe ignorare. “L’obiettivo dichiarato era quello di portare alla luce il patrimonio culturale e storico della zona orientale della Transilvania, offrendolo anche al pubblico locale. Lo dico perché, spesso, tendiamo a non apprezzare ciò che abbiamo vicino a noi. Volevamo che fosse un incentivo sia per i fattori locali che per i turisti romeni e stranieri. Per questo abbiamo fatto tradurre il progetto anche in inglese. Tutti gli elementi presenti sul sito sono in romeno-inglese, in modo che i turisti provenienti da tutte le parti del paese, e soprattutto dall’Europa, possano accedere a queste informazioni.”
La Transilvania orientale si è rivelata una piacevole sorpresa, che si riflette nell’unicità di ogni museo. Abbiamo chiesto al nostro ospite, Alexandru Mihăilă, presidente dell’Associazione Provil, di consigliarci un luogo che l’ha particolarmente colpito. Pur sottolineando che ogni museo ha il suo fascino, si è concentrato su una destinazione in particolare: il Museo dei Cappelli di Paglia di Crișeni. “Innanzitutto, la casa contadina che ospita il museo è impressionante, una casa che ha più di 130 anni. Lì, ho notato, cosa insolita, un ingresso separato per il gatto. Poi, sono rimasto colpito dal calore con cui le persone ci hanno accolto e dalla cornice naturale in cui è inserito il museo, un luogo che sembra dimenticato dal mondo, dove ci siamo sentiti come se fossimo tornati indietro nel tempo. Oltre a tutto questo, sono rimasto piacevolmente colpito da un enorme cappello di paglia. Si tratta di un cappello gigante, di 2 metri di diametro e di oltre 2 chilogrammi di peso, che ha richiesto oltre 12 giorni di lavoro, circa 500 metri di materia prima. Ciò significa circa 22.000-23.000 fili di paglia e circa 1.700-1.800 metri di filo.”
I consigli proseguono con un altro punto di interesse: il Museo di Storia di Sighișoara. “È una destinazione straordinaria e, per quanto ne so, è l’unico museo in Romania organizzato verticalmente. Naturalmente, il museo è parte integrante del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, così come l’intera area centrale della cittadella di Sighișoara. Anche qui i visitatori scoprono elementi molto interessanti. Ad esempio, ricordo un focolare-altare dell’età del bronzo, che fungeva da calendario solare. C’è anche un modello molto bello e dettagliato che rappresenta Sighișoara nel 1735. Ci sono preziose mostre etnografiche, ma anche ceramiche sassoni specifiche della zona. Per quanto riguarda l’arredamento, ci sono pezzi speciali, come tavoli in stile rococò o una cassettiera Biedermeier. Sono rappresentate anche le corporazioni artigianali medievali che hanno caratterizzato la vita della cittadella. Al penultimo piano, si può vedere il meccanismo dell’orologio nella torre, un meccanismo ancora funzionante che risale al 1906. E, come altra particolarità, c’è anche “una piccola mostra dedicata a Hermann Oberth, il pioniere dell’astronautica. Ci sono, quindi, elementi estremamente diversi condensati in uno spazio relativamente piccolo.”
Il Museo del Cappello di Paglia e il Museo di Storia di Sighișoara dimostrano che il progetto non è solo un catalogo digitale, ma una piattaforma viva, che sta già generando connessioni internazionali e feedback preziosi. Il successo, nella visione di Alexandru Mihăilă, si misura nell’interazione reale che la piattaforma facilita. “Sono stato piacevolmente sorpreso dal successo del progetto. Certo, il successo può essere relativo, ognuno lo misura in modi diversi. Per me, la gioia è essere costantemente contattato da persone sia dalla Romania che dall’estero, che desiderano saperne di più. Ad esempio, una studentessa della Repubblica Ceca, specializzata in restauri, aveva come argomento di studio alcune scarpe da donna del 1700. Ha scoperto sul nostro sito web un paio di scarpe quasi identiche a quelle che stava studiando e mi ha chiesto maggiori dettagli. L’ho messa volentieri in contatto con i rappresentanti del Museo di Storia di Sighișoara per fornirle i dettagli necessari e per poter continuare i suoi studi.”
Questo esempio dimostra come una piattaforma digitale ben progettata possa accorciare le distanze e rappresentare una preziosa risorsa accademica e turistica. Il progetto “Muzet” è un invito aperto a esplorare un tesoro culturale caratterizzato da una miscela unica di tradizioni romene, sassoni e ungheresi, un patrimonio che, grazie a questi sforzi, è ora accessibile con un clic, all’indirizzo: muzet.ro.