Il direttore della fotografia Florin Mihăilescu, premiato per l’intera attività al Galà dei Premi Gopo
Con una carriera di oltre cinque decenni, Florin Mihăilescu ha collaborato con registi quali Alexandru Tatos, Mircea Daneliuc, Dan Pița, Lucian Pintilie e Stere Gulea, ma ha anche svolto un’importante attività accademica, pubblicistica e scientifica.

Corina Sabău, 16.05.2025, 17:27
Florin Mihăilescu, uno dei più talentuosi e prolifici direttori della fotografia del cinema romeno, è stato insignito del Premio all’intera attività al Galà dei Premi Gopo 2025. Il premio è un riconoscimento del suo fondamentale contributo alla definizione dell’estetica di alcuni film emblematici. Con una carriera di oltre cinque decenni, Florin Mihăilescu ha collaborato con registi quali Alexandru Tatos, Mircea Daneliuc, Dan Pița, Lucian Pintilie e Stere Gulea, ma ha anche svolto un’importante attività accademica, pubblicistica e scientifica.
Con Alexandru Tatos ha collaborato alla realizzazione dei più conosciuti film del regista: Mere Roșii / Mele rosse (1974), Rătăcire / Smarrimento (1978), Duios Anastasia trecea / Anastasia passava tranquillamente (1980), Secvențe… / Sequenze (1982) e Fructe de pădure / Frutti di bosco (1983), ma dice che soprattutto in Duios Anastasia trecea e Secvențe… gli è stata data la possibilità di manifestarsi liberamente come direttore della fotografia, una denominazione che preferisce alla variante romena di “direttore dell’immagine”: “Comincerò dicendo che direttore della fotografia è una denominazione in uso nella maggior parte dell’Europa, la usano i francesi, gli italiani, anche gli americani chiamano direttore della fotografia la persona che realizza l’immagine di un film di finzione. Certo, il termine romeno di direttore dell’immagine può essere accettato, ma per me vuol dire piuttosto una persona che valuta l’immagine di qualcuno. Il termine di direttore della fotografia è stato accettato ed è entrato nel linguaggio della critica specializzata già dai tempi in cui si girava su pellicola e la pellicola era un grande mistero per tutti tranne per il direttore della fotografia. Per quanto riguarda la qualità dell’immagine, è vero, mi piace quando il film esiste come oggetto d’arte in sé, senza che qualcuno che ha contribuito alla sua realizzazione si metta in mostra. Se la gente guarda un film e vede solo l’immagine, temo che sia un film di bassa qualità. Ritengo più importante che un film sia un oggetto d’arte, non tanto che qualcuno si metta in evidenza, che si tratti dello scenografo, dell’operatore, del montatore o del responsabile del trucco. Quanto ai due film di Alexandru Tatos a me molto cari, Duios Anastasia trecea e Secvențe…, devo precisare che sono due film che, infatti, definiscono molto bene Tatos, un regista con un grandissimo potenziale per quanto riguarda il mix fra teatro e film. Secvențe… è un film nel film sul teatro. In qualche modo è un film teatrale, ma proprio per questo ha molto fascino, porta lo spettatore in uno stato di contentezza e soddisfazione.”
Florin Mihăilescu ha firmato la fotografia anche per il film De ce trag clopotele, Mitică? / Perché suonano le campane, Mitică? (1981), il capolavoro di Lucian Pintilie, con Victor Rebengiuc e Mariana Mihuț nei ruoli protagonisti. Le ricerche per la realizzazione del film sono state avviate nell’autunno del 1979, poco dopo il ritorno nel Paese di Lucian Pintilie, che era partito in seguito alle dispute con la censura e al suo rifiuto di accettare qualsiasi ingerenza ideologica nella sua opera. Il film è stato ispirato a diversi testi scritti da I. L. Caragiale, tra cui il più importante è la pièce Carnevalesca. Vietato nel 1981 per ordine personale di Nicolae Ceaușescu, il film venne diffuso solo nel 1990, dopo la Rivoluzione. Parlando della collaborazione con Lucian Pintilie, Florin Mihăilescu ha menzionato l’attenzione che egli attribuisce al testo, ma anche il modo speciale in cui il regista “se lo assume dal punto di vista cinematografico”: “Lucian Pintilie si era formato nel mondo del teatro, dove ha dimostrato di eccellere. Però è riuscito a portare tutte le conoscenze accumulate anche nel cinema. Ed è vero che noi tutti abbiamo cercato di utilizzare quanto più dei suoi concetti portati dalla drammaturgia nel cinema. La grande sfida del cinema è stata proprio questa, smantellare gli strumenti teatrali. Perché diversamente il film rischia di diventare un vaudeville. E quello che ci siamo proposti noi e la grande posta in gioco di Lucian Pintile, è stato che il film diventasse realistico, attuale, che avesse una eco nei nostri giorni. Credo che sia anche il motivo per cui è rimasto molto attuale, perché coloro che lo vedono oggi si riconoscono in esso, il film tocca tutte le valenze e i peccati dell’uomo moderno. Ammetto che non mi sarebbe mai passato per la testa di cominciare a imparare il teatro per sapere poi come smantellarlo. Certo, sono stato molto lusingato della proposta che mi ha fatto Lucian Pintilie di filmarlo, mi ha detto che aveva visto tutti i film ai quali avevo collaborato e di avermi scelto proprio per la chiave realistica in cui avevo realizzato la maggior parte delle mie produzioni.”
Florin Mihăilescu ha avuto uno stretto rapporto professionale con il regista Mircea Daneliuc, che è andato avanti per tre decenni. Hanno lavorato insieme per diversi film come Cursa / The Ride (1975), Ediție specială / Special Issue (1975), Iacob (1988), A unsprezecea poruncă / The 11-th Commandment (1991), Tusea și junghiul / The Toothless War (1992) e Această lehamite / Fed Up (1994). Ha firmato anche la fotografia di molti film di Dan Pița, come Duhul Aurului / Lo spirito dell’oro (1974, in co-regia con Mircea Veroiu), Filip cel bun / Filip dal grande cuore (1975), Mai presus de orice / This above all (1978, in co-regia con Nicolae Mărgineanu) e Bietul Ioanide (1980). Con Stere Gulea ha collaborato alla realizzazione dei film Ochi de urs (1983) e Vulpe-vânător (1993), e con Sergiu Nicolaescu per Orient Express (2004). Parallelamente all’attività didattica e a quella di operatore, Florin Mihăilescu ha svolto anche un’attività pubblicistica, essendo autore della rubrica permanente “Camera stilou” della revista Cinema (1985-1987). Ha scritto tre libri di specialità sulla fotografia di film.