L’installazione “In cucina”
Dal 17 maggio al 16 giugno 2025, presso la Galleria La Cellula d’Arte del centro della capitale è aperta la mostra – installazione In cucina. Le ricette di dolci della mamma degli artisti Ana-Cristina Irian e Cristian Bassa.
Ion Puican, 06.06.2025, 18:04
Dal 17 maggio al 16 giugno 2025, presso la Galleria La Cellula d’Arte del centro della capitale è aperta la mostra – installazione In cucina. Le ricette di dolci della mamma degli artisti Ana-Cristina Irian e Cristian Bassa. Cristina Irian è artista visiva, ricercatrice e curatrice. Ha studiato sociologia, antropologia visiva e si è addottorata in arti visive. Cristian Bassa è fotografo, designer, editor e collezionista. I due si propongono di realizzare un’installazione intima costruita attorno al tavolo della cucina, un luogo che riunisce le ricette scritte a mano dalle madri degli artisti, fotografie di famiglia e la presenza silenziosa della memoria.
A proposito dell’installazione, l’artista Cristina Irian ci ha dichiarato: “La semplice gioia di essere in cucina, di assaggiare torte e biscottini fatti in casa, ha lasciato una traccia indelebile nelle nostre vite di bambini e adolescenti. Abbiamo pensato di realizzare un’installazione della casa costruita attorno a un tavolo da cucina. L’installazione include oggetti che facevano rumori e giravano intorno quando venivano preparati i dolci. Abbiamo raccolto dalla casa tutti gli oggetti di cui sapevamo che venivano utilizzati: tazze, vasi per misurare, un setaccio, forme per i biscotti, un frullatore. Sullo sfondo abbiamo aggiunto l’immancabile radio. Questo nucleo è inserito in una scenografia che rispecchia una cucina di condominio degli anni 1980-1990, il periodo che vogliamo riportare in discussione. Lo spazio diventa presto insufficiente e la cucina abbraccia, come una madre o come una nonna buona, i visitatori, che spesso vengono in coppia il più delle volte. Il tavolo di questa installazione diventa un luogo di incontro e di moltiplicazione della preoccupazione e dell’idea di produrre e mangiare insieme ai cari, con gioia o con cura.”
Come è apparsa l’idea dell’installazione? “L’idea di trasformare le ricette di dolci delle nostre madri nell’installazione artistica „In cucina”, ospitata dalla cellula d’arte è arrivata probabilmente dal trauma vissuto, dalla lunga esperienza personale della perdita e del ritrovamento. Mi riferisco alla perdita della madre, ovvero della persona che ha scritto le ricette e le ha trasformate per ognuno di noi in dolci e torte di compleanno. E del ritrovamento di tracce che testimoniano quei momenti nella casa dopo un tempo. Tracce materializzate in fotografie, oggetti o lettere. I quaderni contenenti le ricette hanno misteriosamente conservato dentro anche disegni, foto di famiglia o altri piccoli appunti. Siamo stati impressionati del fatto di aver ritrovato in questi quaderni di ricette, un brano comune della nostra vita, ma anche della vita di tutti coloro che vengono e passano del tempo in questa installazione o di coloro che hanno condiviso sui social le proprie esperienze. Dopo l’annuncio di questa iniziativa, le ricette si trasformano in ricordi con persone.”
Da sociologa e antropologa, Cristina Irian ci ha parlato della complessità che si nasconde dietro alcune semplici ricette: “Le ricette scritte a mano e i gesti possono accumulare molti ruoli e significati, a seconda del luogo che si sono conquistate nella vita di diverse generazioni e del contesto in cui sono apparse e del modo in cui sono state tramandate. Alcuni studi psicologici sulla nostalgia provocata dal gusto suggeriscono che certi aromi e odori possono provocare delle risposte emozionali e appoggiare la continuità identitaria. Le ricerche antropologiche sul post-trauma e sul trauma inter-generazionale posizionano il cibo come un importante vettore della memoria culturale. Spesso le ricette sopravvivono al linguaggio. I gesti ereditati, mescolare gli ingredienti, assaggiare e preparare il cibo diventano dei rituali silenziosi della cura, della continuità. Possono contribuire a conservare la memoria inter-generazionale, a volte tramandata anche da nonni a nipoti, a seconda delle varie abitudini di vita e di abitazione. Diventano un legame forte, soprattutto quando, tra i membri della stessa comunità, della stessa famiglia interviene una rottura, una distanza fisica. Una ricetta trasformata in dolce può rendere più sopportabile una mancanza. Le ricette di dolci possono essere considerate un linguaggio emozionale. Lasciano una traccia di amore, di preoccupazione, di amicizia, perché indicano anche le reti di rapporti tra parenti, amici o vicini. Un quaderno di ricette porta chi lo apre nei tempi della vita di alcune persone, nei momenti di festa, ma anche in un altro spazio. Praticamente, in qualche modo ci si mette a tavola con le persone che hanno passato dei buoni momenti insieme.”
Alla fine dell’intervista, Cristina Irian ci ha svelato il desiderio dei creatori per quanto riguarda il pubblico e questo progetto: “Vogliamo in primo luogo interagire con i visitatori, non solo esporre la nostra esperienza come in una forma di vetrina. Se desiderano, sono invitati a contribuire a un archivio collettivo di ricordi su dolci, immagini e ricette. … Ci auguriamo di tradurre questa ricerca interdisciplinare in un’esperienza visiva e sensoriale per i visitatori, attraverso l’esplorazione del cibo come portatore di memoria, identità e resilienza.”