La scrittrice Nora Iuga, protagonista di un film documentario
Uno dei più apprezzati film romeni dellanno scorso è “De ce mă cheamă Nora, când cerul meu e senin (Perché mi chiamano Nora, se il mio cielo è sereno), con la regia e la sceneggiatura di Carla-Maria Teaha.
Corina Sabău, 12.01.2024, 14:34
Uno dei più apprezzati film romeni dell’anno scorso è “De ce mă cheamă Nora, când cerul meu e senin” (Perché mi chiamano Nora, se il mio cielo è sereno), con la regia e la sceneggiatura di Carla-Maria Teaha. Il debutto nel film documentario dell’attrice e giornalista radiofonica Carla-Maria Teaha porta in primo piano Nora Iuga, una delle più importanti scrittrici romene, che ha compiuto 93 anni il 4 gennaio scorso. Il film è stato presentato in anteprima nel 2023 al TIFF (Transilvania International Film Festival), è stato presentato al festival Anonimul e all’Astra Film Festival e traccia un ritratto emozionante della carismatica scrittrice che ha debuttato nel 1968 con il volume di poesie “Vina nu e a mea (La colpa non è mia)”, è stata più volte premiata dall’Unione degli Scrittori ed è rimasta molto attiva, pubblicando nel 2020 il romanzo autobiografico “Hipodrom (Ippodromo)” (editrice Polirom) e nel 2023 il volume di poesie “Fetiţa strigă-n pahar (La ragazzina grida nel bicchiere)” (editrice Nemira). Realizzato in quattro anni, il film coglie il sorprendente mondo interiore di Nora Iuga, di una giovinezza ed esuberanza contagianti, e l’amicizia del tutto speciale tra lei e la regista, che la accompagna alla Fiera del Libro di Francoforte.
Abbiamo parlato con Carla-Maria Teaha del modo in cui ha concepito questo documentario e delle straordinarie reazioni degli spettatori: Non ho avuto in mente una sceneggiatura, soprattutto per quanto riguarda il nostro viaggio a Francoforte. Sin dall’inizio ho voluto costruire il dialogo parlando quanto più liberamente con Nora. Partendo da queste conversazioni semplici a prima vista, mi sono proposta di ottenere delle testimonianze da Nora Iuga, perché oltre alle sue moltissime qualità, è anche una narratrice affascinante ed è molto amata dalla telecamera. Questo è anche il motivo per cui non ho sentito il bisogno di introdurre altri personaggi che parlassero di lei. Essendo il mio primo film, e non avendo tanta esperienza in questo campo, mi sono affidata molto al mio intuito e ho pensato di dover far vedere Nora Iuga così come la vedo io, una Nora vista attraverso le mie lenti. Ho deciso di fare un film su questa mia Nora Iuga pur rischiando di sbagliare, perciò mi sono basata sul legame che c’è tra di noi e sulle cose che mi commuovono. È affascinante che la gente abbia condiviso questa mia versione. È anche vero, in un luogo nascosto della mia mente speravo che le cose andassero così, speravo che il fascino di Nora Iuga avesse effetto anche sugli spettatori, non solo su di me. Inoltre, è un film al quale ho lavorato molto. Sono stata molto contenta per come ha reagito la sala, quando il pubblico al TIFF ha applaudito in piedi dopo la prima proiezione, il 14 giugno dell’anno scorso. Le persone sono rimaste anche alla sessione Q&A, nessuno è andato via. E in qualche modo questo effetto forte che il film ha avuto sugli spettatori non è diminuito affatto. Dopo la proiezione nei cinema le persone restano in sala e applaudiscono, anche se non è una proiezione speciale e non siamo presenti in sala per dibattiti con il pubblico. Mi rallegra molto questo, sono contenta che il film abbia un simile effetto e arrivi ai cuori delle persone. Mi aspettavo che i fan di Nora volessero vedere il film, ma sono contenta che anche coloro che non la conoscevano e non avevano letto la sua letteratura si innamorano di lei. Tante persone mi hanno detto che dopo aver visionato il documentario hanno comprato i suoi libri, hanno cercato interviste che ha rilasciato e altre informazioni su di lei. È meraviglioso che tramite questo film siamo riusciti a far avvicinare cinefili e lettori, queste due categorie di pubblico si sono incontrate in qualche modo ed è una cosa molto importante.”
Prima di diventare scrittrice, Nora Iuga avrebbe voluto fare l’attrice, quindi il documentario di Carla Maria-Teaha ha fatto questo suo sogno avverarsi:La verità è che io volevo fare l’attrice già da quando ero studentessa liceale. Ho sempre voluto fare l’attrice, sarà qualcosa ereditato dalla famiglia poiché i miei genitori erano artisti, come i nonni. Mia madre faceva la ballerina, mio padre il violinista, una nonna era cantante al teatro di operetta, un nonno regista teatrale, per cui non immaginavo di poter diventare altro che attrice. Ho sempre sognato questo. Non ho cessato di voler fare l’attrice neanche dopo che il grande attore Radu Beligan mi ha bocciato all’esame di ammissione alla Facoltà di Teatro, dicendomi che non avevo una pronuncia abbastanza buona. Io non penso di avere problemi di pronuncia, nessun altro me l’ha mai detto, ma non posso neanche contestare Radu Beligan. Tornando al film di Carla Maria-Teaha, sono sempre più convinta che è un miracolo, mi si è avverato un sogno così vecchio solo ora, dopo un’intera vita.”
Mircea Cărtărescu ha apprezzato il più recente volume di poesie di Nora Iuga: “Fetița strigă-n pahar” è l’apice della poesia di Nora Iuga fino ad oggi, è uno dei libri di versi più forti che ho letto ultimamente. È come un proiettile che ti esplode in faccia, spargendo schegge, cocci, frammenti di metallo, di memorie, di cervello, di citazioni, di qualsiasi materiale adatto per scrivere sulla pelle la sentenza di una frammentata, oltraggiata bellezza”.