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„Per una donna barbara”, un nuovo libro di Saviana Stănescu

Un nuovo volume di teatro firmato da Saviana Stănescu, Per una donna barbara, è stato pubblicato di recente presso la casa editrice Tracus Arte ed è stato lanciato presso la libreria Cărturești Verona di Bucarest.

„Per una donna barbara”, un nuovo libro di Saviana Stănescu
„Per una donna barbara”, un nuovo libro di Saviana Stănescu

, 22.09.2023, 18:16

Un nuovo volume di teatro firmato da Saviana Stănescu, “Per una donna barbara”, è stato pubblicato di recente presso la casa editrice Tracus Arte ed è stato lanciato presso la libreria Cărturești Verona di Bucarest. Alla presentazione del volume — tradotto dallinglese, con uno studio introduttivo di Diana Benea — sono intervenuti il ​​direttore del Museo Nazionale della Letteratura Romena, Ioan Cristescu, la critica teatrale Oana Cristea Grigorescu e il regista Andrei Măjeri. Lattrice Adelaida Zamfira (che ha recitato nel primo spettacolo di Saviana Stănescu, “Lo sapevi che i treni raccontano storie con infanti?”) ha letto alcuni monologhi del libro.



“Negli ultimi ventanni, Saviana Stănescu è diventata una personalità emblematica della drammaturgia americana, esponente dellintersezione tra Oriente e Occidente, tra culture e tradizioni teatrali diverse, tra lassurdo e il carnevalesco est-europeo e il realismo psicologico americano. Se lintera opera dellautrice può essere racchiusa nella metafora dei ponti che lei generosamente costruisce tra continenti, culture, lingue e artisti provenienti da vari spazi, lattuale edizione auspica di rafforzare tale ponte verso il pubblico romeno, attraverso una selezione di pièce recenti, messe in scena e pubblicate principalmente nellultimo decennio.” Ecco cosa scrive Diana Benea nello studio introduttivo del volume “Per una donna barbara”.



Saviana Stănescu ha vinto il premio UNITER per la Migliore Pièce teatrale dellanno nel 2000. Le sue prime pièce in romeno (L’Infante. Modo di uso; Il Conto alla Rovescia) sono state messe in scena dai registi Radu Afrim, Theo Herghelegiu, Anca Maria Colțeanu, Tudor Țepeneag. In occasione del lancio in Romania del suo nuovo volume teatrale, Saviana Stănescu ha parlato dell’oscillazione tra i due spazi, quello romeno e quello americano, e del passaggio da una letteratura segnata dalle realtà est-europee a una scrittura “globale”: “Questi ponti tra le due culture, questa In-betweenness, questo vivere tra due mondi, tra due continenti, tra due lingue e tra molti altri mi hanno segnato ultimamente. Ecco perché il modo in cui scrivo cerca di cogliere questa oscillazione tra identità, culture e continenti. In America dico scherzando che sono uno scrittore americano di 22 anni perché sono arrivata in America nel 2001 e ho iniziato da zero. È stato allora che ho iniziato a scrivere in inglese. Quindi, in un certo senso, ho solo 22 anni come scrittore americano. Certo, ho molti più anni come scrittore e drammaturgo romeno, ma per me era importante reinventarmi, ricominciare da zero.



Come è stato detto qui, al lancio, ho una curiosità che tengo viva, ogni giorno mi interessa vedere cosa succede nel mondo. Forse deriva dal mio background giornalistico, forse deriva dal fatto che mi è sempre piaciuto esplorare argomenti diversi. Da sempre mi interessano vari campi, dalla matematica alla letteratura, dallinformatica alla danza. E per me tutto questo si ritrova nel modo in cui provo a scrivere teatro. Sono un carattere curioso, mi sembra importante catturare queste realtà del momento in una pièce. Penso che sia importante creare una situazione drammatica, creare una storia.”



Se agli esordi, quando scriveva opere teatrali in romeno, Saviana Stănescu era interessata soprattutto al teatro dell’assurdo, da quando è arrivata negli Stati Uniti i suoi testi hanno acquisito un’ampia risonanza socio-politica. Saviana Stanescu: “Quando sono arrivata negli Stati Uniti mi sono scontrata con una realtà dellemigrante. È stata dura per me. Mi è stato difficile cominciare da zero, essere diversa, vedere che non sono riconosciuta, che non sono considerata allo stesso livello degli scrittori americani. Quindi ho ricominciato da capo, ho provato a mostrare quello che sapevo fare, ho cercato di imparare dagli altri. In qualche modo, questa nuova realtà che ho dovuto affrontare mi ha fatto capire che in Romania ero viziata. In Romania mi permettevo di esplorare la zona dellassurdo, evadere in mondi diversi. In America mi sono confrontata con difficoltà finanziarie, ho dovuto affrontare un mondo più duro, soprattutto a New York. Come dicevo, ho iniziato da zero. Sono diventata studentessa, anche se in Romania ero una scrittrice riconosciuta. Cè qualcosa di potente nel ricominciare tutto da zero. Come scrive Diana Benea nella prefazione del volume “Per una donna barbara”, ho attraversato anche alcuni momenti socio-politici importanti. E in America un altro tema si è aggiunto ai miei scritti: i rapporti di potere tra i Paesi. Poiché ho capito che si tratta di un rapporto di potere diverso, non possiamo paragonare la percezione sugli Stati Uniti con la percezione sulla Romania. E ho capito che mi trovavo in un altro mondo, un mondo di potere, un mondo di dominio economico, un mondo con problemi di discriminazione razziale e di genere, un mondo con problemi economici diversi da quelli della Romania. Ho dovuto adattarmi, entrare in un diverso tipo di ritmo. Naturalmente, queste nuove realtà sono apparse nelle mie opere teatrali. Essendo empatica, se vivo in un posto per un po, scriverò unopera teatrale che riflette i problemi di quel luogo e dellambiente, sperando che il mio testo parli anche a un livello più ampio, che abbia una risonanza globale.”



Attualmente, Saviana Stănescu è docente universitaria di scrittura drammatica e teatro contemporaneo allIthaca College, dopo aver insegnato per 8 anni alla Tisch School of the Arts della New York University.

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