Il Mulino di Mecleş
Uno dei più amati obiettivi turistici sulla Valle dell’Iza, in provincia di Maramureş, è il Mulino di Mecleș, che funziona dal 1907.
Ana-Maria Cononovici, 20.05.2025, 16:59
Vi invitiamo a fare una sosta in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Andiamo nella provincia di Maramureş, all’entrata nella località di Săcel, sulla Valle dell’Iza, dove uno dei più amati obiettivi turistici è il Mulino di Mecleș. È l’ultimo mulino ad acqua sulla Valle dell’Iza e tra gli ultimi di tutto il Paese. Funziona dal 1907, quindi da oltre 100 anni, è proprietà privata e può essere visitato solo alla presenza dei proprietari, Dănilă e Tatiana Mecleş e del loro figlio, Dan Mecleş. Il Mulino dei Mecleş si trova sul lato sinistro della strada principale che attraversa la località, da Moisei verso il Monastero di Bârsana, subito dopo il passaggio del ponticello sull’Iza. Il mulino ha una lunga storia. Venne costruito nel 1850 da 16 ebrei e venduto successivamente al nonno del signor Dănilă Mecleş. Tre generazioni di mugnai si sono succedute al mulino, ognuno di loro tramandando la tradizione che aveva ereditato.
A proposito dell’impianto a turbinio, Tatiana Mecleş ci ha raccontato: “Ci sono due programmi di lavaggio, di 20-30 minuti, con getto d’acqua forte, senza nient’altro, senza detersivi. Ha anche un ruolo molto importante, perché da noi, nel Maramureş, si fanno al telaio quei copriletti di lana e il tessuto va messo necessariamente nell’acqua per 24 ore. E così il tessuto si restringe, diventa più piccolo, della stessa larghezza del letto ed è molto morbido e resistente, può reggere anche 100 anni.”
Sebbene la tecnica dell’impianto a turbinio sia arcaica, sono molti coloro che preferiscono lavare i loro tappetti in questo modo, grazie alla sua forza di restituire la luce dei colori ai tessuti. Abbiamo saputo che anche per fare il mugnaio c’è bisogno di passione e di saper fare. L’uso ininterrotto di questo mulino è dovuto anche al mugnaio Dănilă, che è specializzato anche nel mestiere di meccanico per i suoi attrezzi. Dan Mecleş ci ha descritto quello che si vede al mulino, spiegando il funzionamento del meccanismo: “Qui c’è un mulino che funziona ed è ancora in uso, ne vedete tutti i meccanismi. L’acqua arriva da sopra e c’è uno sbarramento, e quando alziamo lo sbarramento, tutta l’acqua che vedete entra direttamente sulla ruota. Ci sono tre ruote laggiù, per i due mulini e per la cardatura della lana. Muoviamo la ruota, la pietra si gira un po’. Ciò che vedete qui è un mulino funzionale del 1907, appartenuto al mio bisnonno. Il mulino funziona solo con la forza dell’acqua. La gente porta qui il grano per farlo macinare. Una volta, entrambi i mulini funzionavano in continuazione. Adesso vengono utilizzati di meno, ma sono ancora funzionanti. Le persone vengono, lasciano un sacchetto di grano, e quando si accumulano due-tre sacchetti, attiviamo il mulino. Riempiamo il cestino con i cereali e ci sono due macigni, quello nella parte alta è mobile, quello all’interno è fisso, i chicchi di grano o di mais cadono tra i macigni, vengono schiacciati e ne risulta la farina o il mais. Il mulino non è dotato di setaccio. Chi viene a macinare, setaccia a casa la farina o il mais risultati.”
Abbiamo inoltre saputo che un macigno pesa sui 100 chili. Dopo la presentazione di questo piccolo museo vivente, i proprietari invitano chi li visita ad assaggiare la afinată (una bevanda ai mirtilli), la horincă, oppure sciroppi, confetture e altri prodotti fatti in casa.