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L’auto Lăstun

Prima del 1989, l'industria automobilistica romena ha prodotto anche un'auto meno conosciuta, la Dacia 500 Lăstun.

N. Iorga nei ricordi dei suoi contemporanei
N. Iorga nei ricordi dei suoi contemporanei

, 01.04.2025, 16:15

Il progetto è stato sviluppato verso la fine degli anni ’80, anche se le prime fonti di ispirazione erano apparse all’inizio degli anni ’70. La Dacia Lăstun apparteneva alla categoria delle auto di piccole dimensioni ed era destinata alle famiglie giovani. Oltre alle dimensioni ridotte, un altro obiettivo che il progetto si proponeva era il basso consumo di carburante.

La produzione vera e propria del Lăstun è iniziata nel 1988 a Timișoara. Era quella che oggi possiamo definire una mini hatchback a tre porte, aveva un motore bicilindrico da 500 centimetri cubi e il cambio era manuale a quattro marce. La potenza era di 22 cavalli e il consumo di 3,3 litri per 100 km in modalità costante. Inizialmente, l’auto aveva una carrozzeria in metallo e pesava 620 chilogrammi. Successivamente la carrozzeria è stata realizzata in plastica e il peso è sceso a 590 chilogrammi. In termini di dimensioni, la lunghezza della piccola vettura era di 3 metri, la larghezza era di 1,4 metri, l’altezza era di 1,3 metri e l’interasse era di 1,9 metri.

Prima del 1989, l’ingegnere Ion Puiu ha lavorato come esperto presso il governo e nel campo della ricerca nell’industria automobilistica. Lui ha ricordato le circostanze in cui è nata l’idea di un’auto piccola e a basso consumo, in seguito a una visita del leader politico romeno Nicolae Ceaușescu in Francia. L’industria automobilistica romena si è ispirata a quella francese e sono state riallacciate una collaborazione franco-romena e una vecchia amicizia tra la Romania e la Francia: “Il Lăstun è apparso come una conseguenza – lo abbiamo sentito dire, poiché queste cose non venivano scritte sulla stampa – dell’insoddisfazione legata al consumo di carburante, visto che né la Dacia 1100, né la Dacia 1300, né l’Oltcit davano soddisfazione da questo punto di vista. Il loro consumo era troppo alto. D’altra parte, nella memoria collettiva c’è sempre un divario. Cioè, quello che la memoria collettiva impara oggi, e che in tre giorni o una settimana viene rimediato, arriva di nuovo nella memoria collettiva, molto più tardi, e vi resta impresso. Così anche nel caso di quest’idea del consumo medio troppo alto. Intorno al 1973, quando c’è stato il primo shock mondiale della crisi petrolifera, è apparsa la Renault 5, un’auto straordinaria, che ha dato un colpo d’immagine speciale. Tra l’altro i francesi sono grandi specialisti delle auto piccole. Quando Nicolae Ceaușescu si recò in Francia, conoscendo questa insoddisfazione legata ai consumi, chiese a Valéry Giscard d’Estaing come risolvono questo problema loro, i francesi. E Valéry Giscard d’Estaing lo portò, credo a Nantes, in una specie di liceo industriale di alto livello, che in Francia, diventa una specie di facoltà e forma tecnici altamente preparati, e gli mostrò il concetto di voiturette. I francesi, hanno anche adesso delle voiturette per le quali non serve la patente, con un motore di 250 centimetri cubi, una specie di motocicletta, con o senza tetto. E gli ha detto <noi facciamo anche una cosa del genere>. Ceaușescu si è ricordato questo e al ritorno in Romania è apparsa questa idea, di far costruire un’auto molto piccola.”

Ma il passaggio alla produzione vera e propria è stato problematico. Furono però il regime politico e il suo funzionamento ideologico i responsabili delle maggiori disfunzioni. L’ingegnere Alexandru Ioan lavorava presso l’impresa automobilistica Dacia e, per il progetto Lăstun, fu temporaneamente mandato alla fabbrica di Timișoara: “Quando è iniziata la produzione del Lăstun, ho avuto una sorta di distacco, ma sono stato messo sotto pressione dall’ordine del ministro che mi diceva di occuparmi di questo lavoro, e basta. Io ho detto che i francesi dovevano sapere cosa stavamo facendo, ma mi è stato detto di occuparmene io. Per sei mesi sono stato distaccato nella fabbrica di Timişoara per assistenza tecnica e ho assistito all’avvio del progetto. Posso dire che per la parte di ideazione e di inizio di questo progetto che ha avuto luogo presso l’INMT Bucarest, l’Istituto Nazionale dei Motori Termici, non ci sono stati grossi problemi, rispetto a qualsiasi altro modello, sia romeno che straniero. All’interno della fabbrica, tuttavia, c’erano problemi molto grossi e il concetto è rimasto fermo, non poteva essere sviluppato per eliminare i problemi inerenti. Per la Renault 12 si facevano fino a 100 modifiche al giorno, qui sempre la stessa cosa, ma non è stato più fatto nulla, non è successo nulla, praticamente non è stato più eseguito alcun cambiamento. C’erano pressioni per avviare la produzione e l’auto è venuta con problemi di qualità. Inoltre, c’erano problemi legati alla capacità produttiva dei pannelli delle porte, che erano realizzati in massa plastica, lo stesso per i cofani, anch’essi limitati. Erano elementi molto importanti per avviare, in buone condizioni, una produzione del genere. E dopo è arrivata la Rivoluzione e tutto è finito lì.”

La Dacia Lăstun è stata prodotta in diverse migliaia di unità. Nel 1991 la fabbrica di Timişoara venne chiusa e oggi l’auto è una rarità.

Delia Roxana Cornea (foto: archivio personale)
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