Ritratto del sociologo Dimitrie Gusti
Il più importante nome della sociologia romena nella prima metà del Novecento fu quello di Dimitrie Gusti. Pochissimi i successi in questo campo che non siano legati al suo nome. Fu docente universitario, membro dell’Accademia Romena, ministro dell’Insegnamento nel 1932-1933, e fondatore dell’Istituto Sociale Romeno e direttore di pubblicazioni specializzate. Fu lui a iniziare le famose “equipe miste” formate da studenti e ricercatori in vari campi di attività, che conducevano degli studi sul posto, conclusi con l’elaborazione di monografie sui villaggi romeni.
Steliu Lambru, 12.03.2013, 08:00
Fu un promotore del servizio sociale, in cui la ricerca accademica si abbinava all’azione e alla pedagogia sociale. Il suo ideale era quello di sollevare i contadini dallo stato di arretratezza economica, politica e culturale e trasformarli in cittadini della grande Romania, costruita tramite l’Unione del 1918. Nel 1936, Dimitrie Gusti creò un’istituzione pubblica di grande visibilità a tutt’oggi oggi: il Museo del Villaggio di Bucarest.
Dimitrie Gusti è noto come il fondatore della più importante scuola romena di sociologia. Dimitrie Gusti e la sua scuola sono stati ri-analizzati dalla rivista francese “Les Études Sociales” in un numero doppio del 2011, sotto il titolo “Sociologie et politique en Roumanie (1918-1948)”. Alla domanda se Gusti sia stato un innovatore, il sociologo Vintila Mihailescu offre una risposta.
”Gusti non è un innovatore, non è un precursore, ma si iscrive nella tradizione romena di studi rurali. La questione è delicata. Qualcuno che si è proposto di fare della sociologia una nazionale, poteva farlo, cioè servire la nazione. Ma non una nazionalista. E Gusti lo rileva molto chiaramente: se per un certo periodo la costruzione nazionale è la principale posta in gioco della società attuale, la sociologia si occupa anche di questo. Se nel XXI secolo la sociologia si occupasse solo della questione dei contadini asserviti, sarebbe un po’ fuori luogo. Dopo la seconda Guerra mondiale, Gusti teneva in vista una storia del tutto diversa, quella delle Nazioni Unite. La sociologia doveva muoversi in un altro contesto. Ma nel contesto in cui oltre l’85% della popolazione era rappresentata dalla popolazione rurale, accusare o sospettare un sociologo di occuparsi solo dei contadini è un po’ strano”, spiega il sociologo.
Dimitrie Gusti fu il fondatore della scuola di sociologia di Bucarest, che seguiva il modo in cui avvenivano i mutamenti nella società, come si potevano prevedere le tendenze e analizzare i processi sociali. Promosse il metodo di ricerca monografica tramite cui un soggetto era conosciuto solo se indagato dalla prospettiva di più discipline. Il sociologo Dumitru Sandu è stato domandato dalla rivista “Les Études Sociales” se la scuola creata da Gusti fu veramente una scuola.
“Tentiamo di rispondere alla domanda “che tipo di scuola è la Scuola Gusti?”. Secondo me è una scuola, ma di che tipo? L’elenco delle denominazioni è conosciuto: la scuola Gusti, la scuola sociologica di Bucarest, la scuola monografica, la scuola romena. Se passiamo dal sistema della lista a quello dell’analisi, ci sono tre tipi di scuola: di metodo, di teoria, di metodologia-epistemologia. Aggiungo a questa classifica la scuola di promozione di un modello di azione sociale, cioè la scuola di intervento. La Scuola Gusti include tutti questi elementi”, dice Dumitru Sandu.
Uno dei rimproveri mossi dalla rivista francese a Gusti è quello di essere stato sostenitore del fascismo. Antonio Momoc, docente presso la Facoltà di Giornalismo e Scienze della Comunicazione di Bucarest, ci ha indicato le affermazioni di Gusti che hanno determinato le accuse di fascismo nei suoi confronti.
“All’Istituto Sociale Romeno si organizzavano dibattiti cui partecipavano tutti gli intellettuali di spicco dell’epoca. Si tratta di un’affermazione che Dimitrie Gusti fece durante un dibattito sulle dottrine dei partiti politici. Era nel 1922 e l’opera fu pubblicata nel 1924. Era l’inizio del fascismo italiano. In Romania, il movimento fascista non esisteva in quel periodo. Apparve nel 1922-23 in risposta alla Costituzione del 1923. Negli anni 1920, con tutti i cicli elettorali, il sostegno ai partiti estremisti era assai basso, si aggirava intorno al 3-4%. Negli anni 1920, il fascismo era una curiosità. L’unico a far riferimento al fascismo, a quello di Mussolini, fu Dimitrie Gusti. Nessuno dei presenti riteneva che fosse importante ciò che succedeva in Italia. In che contesto fece Gusti quel riferimento? Lui faceva una distinzione tra i partiti politici e, dal suo punto di vista, che concordava con il proprio sistema della sociologia politica ed etica, ci sono due tipi di partiti: quelli di programma e quelli opportunistici. Secondo lui, il partito fascista era uno di programma e c’era entusiasmo ed una certa emulazione intorno a quel partito. Tutto qui. Disse solo questo sul fasciamo italiano. Ma da qui fino all’accusarlo di simpatie fasciste c’è una lunga strada”, è del parere il docente.
Dopo la guerra, Gusti collaborò discretamente con il partito comunista. Il che rileva, come nel caso di tanti intellettuali che hanno legato la scienza alla politica, che nessuno è al riparo dalle influenze del presente.
(trad. Gabriela Petre)