Romania, droni illegali possono essere abbattuti
I droni che entrano illegalmente nello spazio aereo romeno potranno essere annientati.
Bogdan Matei, 20.05.2025, 11:12
Alla scadenza del mandato, il presidente ad interim della Romania, Ilie Bolojan, ha promulgato lunedì due leggi che, secondo i suoi promotori e gli esperti, sono in grado di rafforzare la capacità di difesa del paese e di dissuadere le minacce. Una delle leggi regola lo svolgimento delle missioni e delle operazioni militari sul territorio dello stato romeno in tempo di pace, quando non è indetto lo stato di emergenza, assedio, mobilitazione o guerra. L’atto normativo prevede che strutture designate dell’Esercito romeno, a seconda delle esigenze operative, possano essere trasferite per periodi di tempo determinati, con diversi gradi di autorità, in relazione al comandante delle forze armate straniere che conducono un’operazione militare sul territorio nazionale.
A sua volta, la legge sul controllo dell’uso dello spazio aereo stabilisce le autorità e le istituzioni competenti nell’adozione di misure volte a prevenire e contrastare il suo utilizzo da parte di aeromobili, sistemi aerei senza pilota e altri veicoli aerei. In questo modo, affermano sempre gli esperti, verrà creato un nuovo quadro per la cooperazione e il coordinamento, che porterà a una maggiore sicurezza aerea. La nuova legge si è resa necessaria dopo che i droni lanciati dall’esercito russo d’invasione contro la confinante Ucraina hanno iniziato a colpire il territorio romeno.
L’obiettivo dei russi era, con predilezione, l’infrastruttura portuale sul Danubio, fondamentale per l’esportazione dei cereali ucraini verso i mercati mondiali. Dall’inizio della guerra, gli abitanti del Delta del Danubio (sud-est) sono stati svegliati innumerevoli volte nel cuore della notte dai messaggi RO-ALERT che li avvisavano della possibilità che oggetti cadessero sul territorio romeno. Un giorno, il rumore delle esplosioni nel porto di Reni è stato udito anche a Galaţi, città romena situata a circa 20 chilometri di distanza, in linea d’aria. Inizialmente si pensava che si trattasse di esercitazioni militari che si svolgevano presso il poligono di addestramento e formazione della NATO nel vicino comune di Smârdan.
La diplomazia di Bucarest condannava fermamente allora “i ripetuti attacchi della Russia contro persone innocenti e infrastrutture civili, compresi i silos per i cereali nei porti ucraini”, e concludeva che “attraverso queste flagranti violazioni del diritto internazionale, la Russia continua a mettere a repentaglio la sicurezza alimentare e la navigazione sul Mar Nero”. La presidenza e il governo di Bucarest accusavano inoltre l’intenzione della Russia di minare le esportazioni di cereali ucraini verso i mercati globali, il che destabilizza gravemente la sicurezza alimentare mondiale. I porti fluviali di Izmail e Reni si trovano nella Bessarabia meridionale, territorio romeno annesso dall’Unione Sovietica stalinista nel 1940, in seguito a un ultimatum, e assunto dall’Ucraina indipendente nel 1991, come stato successore.