Il 2025 nel mondo
Vi proponiamo una rassegna di alcuni avvenimenti importanti accaduti a livello internazionale nel 2025.
Bogdan Matei, 27.12.2025, 07:00
Il ritorno, all’inizio del 2025, nel ruolo dell’uomo più forte del pianeta, del miliardario repubblicano Donald Trump, ha provocato reazioni in tutto il mondo e non ha lasciato nessuno indifferente. Con il suo stile imprevedibile e incisivo di gestire gli affari correnti del Paese e del mondo, il leader della Casa Bianca ha generato nuovamente, ovunque, un’ammirazione incondizionata oppure una forte avversione. Di recente, un giudice federale, ha ordinato all’amministrazione Trump di ritirare le truppe della Guardia Nazionale dispiegate, contrariamente al parere delle autorità democratiche locali, a Los Angeles, la seconda più popolata città degli USA, in risposta ai movimenti di protesta contro i raid effettuati dalla polizia dell’immigrazione. Nel mondo, Trump ha sconvolto i mercati, dopo aver deciso di aumentare le tariffe per le importazioni negli Stati Uniti, convinto che in questo modo avrebbe rinvigorito l’economia del paese e creato nuovi posti di lavoro per gli americani. I commentatori che lo analizzano a distanza si dichiarano convinti che Trump aspiri al Premio Nobel per la Pace. Un premio che lui e la sua squadra affermano che sia meritato, in quanto avrebbe mediato con successo tra nemici giurati: Armenia e Azerbaigian, India e Pakistan, Cambogia e Thailandia. In Europa, Trump non è molto apprezzato dalle élite a Bruxelles o nelle capitali di altri stati del continente. La nuova strategia di sicurezza pubblicata dalla Casa Bianca elenca una serie di questioni che ritiene siano problemi difficili da superare sul vecchio continente: il declino economico, l’eccesso di regolamentazione di Bruxelles, l’indebolimento dell’identità e della sovranità degli stati nazionali, che, assieme alla migrazione illegale, rischiano di cancellare la civiltà europea, nonché la censura della libertà di espressione, la soppressione dell’opposizione politica e le aspettative poco realistiche dei leader europei che sostengono Kiev per quanto riguarda la guerra in Ucraina. Se le tendenze attuali continuano, l’Europa sarà irriconoscibile fra 20 anni o meno – concludono gli strateghi americani.
Continueremo ad appoggiare Kiev fino alla vittoria – è rimasto anche nel 2025, lo slogan di molti politici europei di spicco che hanno costantemente sostenuto l’Ucraina, invasa quasi quattro anni fa dalle truppe russe. I concetti sono sempre meno chiari, poiché nessuno può spiegare né cosa vuol dire la vittoria degli ucraini, né quanto rappresenti ancora il loro Paese. Gli invasori russi stanno avanzando lentamente, ma costantemente. Circa un quinto del territorio dell’Ucraina riconosciuto a livello internazionale è sotto occupazione. I militari russi continuano a bombardare e uccidere bambini, donne e anziani. Verso la fine dell’anno, Andrii Iermak si è dimesso dalla carica di capo dell’Ufficio del Presidente d’Ucraina, in seguito al maggiore scandalo di corruzione della presidenza di Volodymyr Zelensky. L’episodio segna la fratturazione di un modello di potere costruito negli anni di guerra: un sistema centralizzato, dipendente da lealtà personali e da un nucleo ristretto creato intorno al presidente, in cui Iermak era diventato una figura indispensabile – scrive un analista della confinante Romania, che è anche cittadino ucraino. Resta da vedere – aggiunge lui – se si tratta di una reale ristrutturazione o solo di un’iniziativa simbolica, volta a far calmare l’opinione pubblica e a rinviare le domande sempre più difficili su come funziona in realtà il potere di Kiev in tempi di guerra.
Una relativa calma si è insediata nella Striscia di Gaza dopo che l’esercito israeliano ha rinunciato a uccidere persone nell’enclave palestinese. La Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato d’arresto nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Gaza. Un simile mandato è stato emesso dalla CPI anche nei confronti del presidente russo, Vladimir Putin, per fatti simili commessi in Ucraina.
Quasi due terzi dei francesi intervistati per un sondaggio hanno affermato che desiderano le dimissioni del presidente Emmanuel Macron. Il 56% degli intervistati chiedono anche un nuovo scioglimento del Parlamento ed elezioni politiche anticipate. In soli tre anni, in Francia si sono succeduti ben cinque governi. Proprio a dicembre, in Bulgaria, Paese confinante con la Romania, è caduto il governo di coalizione guidato da Rosen Jeliazkov. Dopo sette turni di elezioni politiche in meno di quattro anni, la squadra di governo di Jeliazkov, composta da quattro partiti, era stata investita all’inizio di quest’anno. Il Paese, che è il più povero dell’Unione Europea, aderirà all’eurozona il 1° gennaio 2026.
La vincitrice del premio Nobel per la Pace, la leader dell’opposizione in Venezuela, Corina Machado, ha dovuto passare avvenimenti degni di una sceneggiatura per poter arrivare a Oslo, in Norvegia, e ritirare il premio – segnala la Radio pubblica romena, citando fonti mass-media occidentali. La 58enne ha viaggiato in segreto per 10 ore dalla capitale Caracas fino all’Oceano Atlantico. Ha attraversato il Paese camuffata ed è riuscita a oltrepassare 10 zone di verifica dell’esercito controllato dal presidente autoritario di sinistra Nicolas Maduro, che le sta dando la caccia da molto. È partita, affrontando intemperie, con una barca da caccia che ha incontrato sul mare un’altra nave di una ONG americana specializzata in recupero di persone. Le forze americane coinvolte nell’operazione antidroga vicino alla Venezuela erano state precedentemente informate sull’operazione di estrazione di Corina Machado, per non colpire la barca in cui si trovava la vincitrice del Nobel. Dopo altre 13-14 ore, la squadra l’ha accompagnata a prendere un aereo con destinazione Oslo.