Pensioni magistrati, governo pone nuovamente fiducia
Martedì, il governo di Bucarest ha posto nuovamente la fiducia in Parlamento sul disegno di legge riguardante la riforma delle pensioni speciali dei magistrati.
Daniela Budu, 03.12.2025, 10:39
Il termine previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è scaduto, ma da esso dipendono 231 milioni di euro. Il governo spera che, se l’atto normativo entra in vigore, la Commissione Europea sbloccherà comunque la terza tranche di fondi del PNRR. Nel frattempo, la legge può essere contestata tramite mozione di sfiducia o presso la Corte Costituzionale, come è accaduto in autunno, quando la Corte suprema ha contestato la prima iniziativa di modifica della legge e ha ottenuto una decisione di incostituzionalità, motivata dal fatto che mancava il parere consultivo del Consiglio Superiore della Magistratura. Questa volta, il documento ha ricevuto il parere del CSM, che è uno negativo.
Secondo le nuove disposizioni della legge, l’età di pensionamento dei giudici e dei procuratori aumenterà fino a 65 anni, con un incremento di un anno per ogni generazione, e la pensione non potrà più superare il 70% dell’ultimo stipendio netto.
“Rispetto al primo progetto, il documento estende il periodo di transizione da 10 a 15 anni. Ciò significa che ogni anno, d’ora in avanti, ogni generazione di magistrati dovrà lavorare un anno in più, in modo che gradualmente, dai 50 ai 65 anni, l’età di pensionamento sia innalzata nei prossimi 15 anni. Da nessuna parte esistono pensionati in questi sistemi a 48-50 anni e, da nessuna parte, in un paese civilizzato, esiste una pensione pari all’ultimo stipendio o, come sapete, per anni è stata persino superiore all’ultimo stipendio”, ha dichiarato il premier Ilie Bolojan.
La necessità di equità sociale è stato il principale argomento invocato dal primo ministro davanti ai senatori e deputati, insieme alla sostenibilità del sistema pensionistico, all’equilibrio del mercato del lavoro e all’accesso ai fondi europei previsti dal PNRR.
“Questa proposta risponde a un aspetto di equità sociale e corregge un’ingiustizia accumulata in questi anni. Il secondo effetto di questo progetto è che pone l’economia su basi sane, considerando che siamo al penultimo posto in Europa per numero di cittadini della popolazione attiva coinvolti nell’economia, e dobbiamo garantire un sistema pensionistico sostenibile negli anni a venire. Non in ultimo, soddisfa una necessità legata all’accesso ai fondi europei. La correzione di questa ingiustizia è una delle condizioni che la Romania ha assunto e rappresenta un traguardo nel PNRR. Con l’avvio della procedura relativa alla fiducia, riteniamo che le condizioni siano rispettate, in modo che la Romania possa incassare il denaro trattenuto dai fondi europei“, ha aggiunto Ilie Bolojan.
I parlamentari dell’opposizione hanno presentato 42 emendamenti a questo ddl, ma il governo non ha accettato nessuno. L’AUR ha annunciato che non presenterà una mozione di sfiducia contro il governo e non contesterà il documento presso la Corte Costituzionale, poiché sostiene un sistema pensionistico equo per tutte le categorie sociali.