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Polovragi  

Polovragi è una località in provincia di Gorj, ricca di storia, ma anche un luogo per rilassarsi e un punto di partenza per itinerari montani, quando le condizioni climatiche lo permettono.

Il Monastero Polovragi / Foto: RRI Ștefan Baciu
Il Monastero Polovragi / Foto: RRI Ștefan Baciu

, 10.12.2024, 11:16

Polovragi è una località in provincia di Gorj, ricca di storia, ma anche un luogo per rilassarsi e un punto di partenza per itinerari montani, quando le condizioni climatiche lo permettono. La località di Polovragi si trova nella depressione tra i Monti Parângului e i Monti Căpăţânii (appartenenti alla catena dei Carpazi Meridionali), a circa 60 chilometri da Târgu Jiu, il capoluogo della provincia di Gorj.

Nella zona ci sono alcuni agriturismi molto accoglienti che fanno di Polovragi una destinazione turistica apprezzata. Prima di arrivare al monastero, i visitatori passano accanto a una zona dove si tengono laboratori di scultura, dove possono vedere simboli dacici nell’arte del legno. Questa zona è stata abitata dai tempi dei daci, perciò le attrattive turistiche sono accompagnate anche da leggende. Alla porta in legno che segna l’ingresso nella località, si possono vedere due sentinelle daciche scolpite in legno. Una tiene in mano la lancia e uno scudo, l’altra il lupo dacico, il simbolo di questa civiltà.

Se entrano nel monastero di monache di Polovragi, i visitatori hanno la possibilità di scoprire di più sulla storia di questi luoghi, soprattutto grazie a suor Tecla, che fa da guida nel monastero: “Il Monastero di Polovragi è sito in un ambiente pittoresco ai piè del Monti Piatra Polovragilor, vicino alle Gole dell’Olteț che separano i Monti Parâng dalla cima Căpățânii. Qui c’è la più breve distanza tra due cime montuose, di 70 centimetri, giù, nel letto del fiume. Il monastero venne eretto nell’anno 1505, dai boiardi Radu e Petru, che fecero costruire il monastero ai tempi del principe della Valacchia Radu il Grande. Sono state rinvenute diverse iscrizioni sulla fondazione del monastero, che si conservano ancora oggi. Un secolo e mezzo dopo, il monastero entrò in possesso di del cancelliere Danciu Pârâianu, il consigliere di fiducia del principe Matei Basarab. Qualche anno dopo, egli lo donò al Santo Sepolcro di Gerusalemme, quindi alla Patriarchia di Gerusalemme. Regalò il monastero e tutti i suoi patrimoni. Il monastero restò in possesso a Gerusalemme per 50 anni, fino all’anno 1693, quando venne riscattato dal principe Constantin Brâncoveanu. Allora venne affrescato anche l’interno della chiesa, in uno stile nato in quel periodo al Monastero di Hurezi. Si tratta di uno stile portato dal pittore greco Constantinos, un mix tra lo stile bizantino greco e lo stile autoctone, romeno.

Da menzionare che, grazie al suo stile architettonico e agli affreschi, il Monastero di Hurezi è stato inserito sulla lista del patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO. Seguendo la via forestale che parte dal monastero di Polovragi verso la montagna, i visitatori possono arrivare, in pochi minuti, ad un altro obiettivo turistico, che è l’omonima grotta. Lunga 10,8 chilometri, la grotta di Polovragi è una delle più lunghe in Romania, però la parte aperta ai turisti ha solo 800 metri.

La grotta è un vecchio meandro sotterraneo formato 6-7 milioni di anni fa dalle acque del fiume Olteţ che, in seguito a un movimento tettonico, cambiò corso. È soprannominata anche “la grotta di Zamolxe”, il dio dei daci che sarebbe vissuto qui, secondo la leggenda. Si dice che l’acqua che scorre dal soffitto della grotta non sarebbe altro che le lacrime del dio causate dalla conquista della Dacia da parte dei romani. Come in tutte le leggende, c’è anche un granello di verità. Un gruppo di speleologi ha scoperto un tunnel di collegamento con una fortezza dacica, situata in cima alla montagna. Nella grotta sono stati rinvenuti diversi fossili di animali preistorici e sempre qui si può vedere un dipinto murale, realizzato nel 1707 dal primo parroco del monastero di Polovragi. La visita guidata dura 30-40 minuti.

Limanu - (foto: Ştefan Baciu/RRI)
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