Romania – deficit gemelli elevati
La Romania, lo stato dell’UE con i più alti deficit di bilancio e di conto corrente, è vicina a raggiungere l’obiettivo di disavanzo per il 2026, afferma il presidente del paese.
Sorin Iordan, 01.10.2025, 12:05
La Romania è vicina a raggiungere l’obiettivo di deficit di bilancio per il prossimo anno, fissato insieme alla Commissione Europea, ha dichiarato il presidente Nicușor Dan. Secondo lui, grazie alle misure già adottate dal Governo, il deficit dovrebbe diminuire dall’8,4% nel 2025 a circa il 6,5% nel 2026, avvicinandosi così all’obiettivo assunto del 6%. L’ottimismo del presidente arriva in un contesto in cui il PIL della Romania è cresciuto dell’1,2% nel secondo trimestre di quest’anno – la seconda crescita più alta dell’UE, insieme a quella della Croazia – tuttavia, il tasso d’inflazione ha raggiunto il 9,9% ad agosto, tre volte superiore alla media europea. Tutto ciò accade mentre il paese deve gestire le conseguenze della guerra iniziata dalla Russia nella confinante Ucraina.
La direttrice esecutiva dell’Associazione Romena delle Banche, Gabriela Folcuț, valuta che la Romania è lo stato con i più elevati deficit gemelli – di bilancio e di conto corrente. Secondo lei, oltre al modo in cui sono stati utilizzati i fondi pubblici, ci sono tre fattori strutturali che incidono negativamente sull’evoluzione del deficit di bilancio. “La quota elevata dell’economia sommersa nel prodotto interno lordo – il 26% del PIL. Osserviamo, tuttavia, un interesse crescente delle aziende per la digitalizzazione, ma allo stesso tempo, il 41% delle imprese in Romania non paga gli stipendi su carta bancaria. Il secondo aspetto che rende fragile la situazione economica della Romania – e che secondo me è un elemento strutturale – riguarda la capacità delle aziende di svilupparsi, così come la demografia”, spiega la direttrice esecutiva dell’Associazione Romena delle Banche.
Gabriela Folcuț ha aggiunto che, secondo i dati pubblicati dalla Commissione Europea, il 99,8% delle aziende in Romania sono piccole e medie imprese (PMI), che impiegano due terzi della forza lavoro e generano il 60% del valore aggiunto. Ha inoltre sottolineato che la produttività delle PMI in Romania è del 70% più ridotta rispetto a quella delle grandi aziende e sotto la metà della media europea, mentre il numero delle insolvenze è in aumento.
L’imprenditore Cosmin Răileanu ha ammonito che, se le aziende del nostro paese non ottimizzeranno rapidamente i loro processi, rischiano di uscire dal mercato. Secondo lui, queste potrebbero esternalizzare alcuni servizi e, nel contesto attuale, le aziende in pericolo di scomparsa sono quelle che non mettono al primo posto il cliente e il valore che portano sul mercato. “I contesti possono essere tasse, imposte, crisi, pandemie, movimenti politici, militari, ecc. E avete visto che ogni tanto sentiamo notizie di persone che hanno chiuso l’attività, l’hanno venduta, o sono andate all’estero. Tutto ciò accade perché non hanno abbastanza fiducia in quello che fanno”, afferma Cosmin Răileanu.
Martedì, il direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, Jeroen Clicq, ha affermato che la Romania si trova su un percorso corretto nel processo di consolidamento fiscale e ha assicurato che il Fondo sostiene la continuazione delle riforme avviate dal governo di Bucarest. Jeroen Clicq è stato ricevuto dal primo ministro romeno, Ilie Bolojan, il quale ha sottolineato che le misure di austerità, sebbene criticate dalla popolazione, sono indispensabili per garantire la stabilità fiscale e per ridurre gli squilibri e le iniquità sociali.