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La Romania e la guerra ibrida

La Romania è stata il bersaglio preferito di campagne di disinformazione e guerra ibrida, ammonisce il procuratore generale.

Alex Florența, il procuratore generale della Romania/ Foto: Agerpres
Alex Florența, il procuratore generale della Romania/ Foto: Agerpres

, 17.09.2025, 12:20

Nel 2024, anno in cui si sono tenuti tutti e quattro i tipi di elezioni, comprese quelle presidenziali, la Romania è stata il bersaglio preferito di campagne di disinformazione e guerra ibrida, e player ostili hanno cercato di manipolare l’opinione pubblica e influenzare l’esito del voto. Le conclusioni delle indagini condotte dalla Procura Generale, presentate dal capo dell’istituzione, Alex Florența, rilevano che nello spazio romeno la campagna si è manifestata attraverso attacchi informatici, misure di destabilizzazione dell’ordine pubblico, disinformazione e influenza sull’elettorato. Il beneficiario della vasta guerra ibrida, che sarebbe stata organizzata dalla Russia, è stato l’ex candidato indipendente alla presidenza, Călin Georgescu. La Romania deve far fronte ulteriormente a un’aggressione ibrida, realizzata anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, ha detto il procuratore generale. Ha spiegato che l’indagine ha identificato aziende con legami certi con la Russia, che sia in precedenza che immediatamente prima delle elezioni del 2024, hanno condotto attività informative malevole.

Călin Georgescu è stato rinviato a giudizio per complicità nel tentativo di compiere azioni contro l’ordine costituzionale e per diffusione di informazioni false. I procuratori osservano che il piano concepito da lui insieme al mercenario Horaţiu Potra, ex soldato della Legione Straniera dell’Esercito Francese, coimputato assieme ad altre circa 20 persone, mirava, attraverso il contagio emotivo e comportamentale, accompagnato dalla manipolazione delle emozioni collettive in un momento di massima tensione sociale, a cambiare l’ordine costituzionale o a rendere più difficile oppure ostacolare l’esercizio del potere statale.

A tutto ciò si aggiunge la manipolazione informativa metodica, iniziata anni fa, volta ad alterare la percezione pubblica e a erodere la fiducia nell’ordine democratico. “A partire dal mese di novembre 2024, a livello delle comunità estremiste, si è osservata un’intensificazione delle narrazioni e dei messaggi istigatori all’odio e alla violenza, associati alla campagna di promozione di un candidato indipendente, che hanno creato un clima di panico nella società. L’aumento del volume di contenuti che incitano ad azioni violente è iniziato già durante il primo turno delle elezioni, con un’evoluzione sistematica, attraverso la promozione di contenuti istigatori all’odio generati con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Questo tipo di narrazioni e il modo in cui sono stati realizzati i contenuti online corrispondono al modello operativo della Russia, essendo segnalati anche in altri stati come la Repubblica di Moldova o la Georgia”, spiega Alex Florenţa.

Il procuratore generale ha sottolineato che la guerra ibrida attuale, rispetto a quella tradizionale, è molto più insidiosa, molto più subdola, ma con risultati molto più estesi nell’influenzare il corso della vita socio-economica di uno stato. A suo avviso, Mosca ha condotto in Romania una campagna di microtargeting della popolazione secondo quattro modelli identificati: identitario nostalgico, complottista, religioso e medicina alternativa. Questa azione sarebbe iniziata nel 2019, ma inizialmente non erano state presentate segnalazioni alla Procura in merito.

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