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La Romania nell’UE – beneficiario netto

L’Unione Europea ha investito enormemente nello sviluppo della Romania.

Fonte foto: fb-europeancommission
Fonte foto: fb-europeancommission

, 13.05.2024, 14:56

“La Romania è un capitolo importante nella storia dell’Unione Europea. Si tratta di un’opportunità data insieme ai fondi che arrivano da Bruxelles per l’ammodernamento delle infrastrutture e delle opportunità per tutti i romeni”. La dichiarazione appartiene al ministro delle Finanze romeno, Marcel Boloş, ed è stata fatta il 9 maggio, giorno in cui si celebra la Festa dell’Europa.

Boloş si è dichiarato un convinto sostenitore del fatto che il denaro europeo cambia davvero le vite dei cittadini. Anche solo dal punto di vista finanziario, l’adesione del Paese all’Unione Europea ha rappresentato un enorme vantaggio, tradotto nell’assorbimento di fondi che, molto probabilmente, non avrebbero potuto essere ottenuti in altri modi. Secondo il Ministro Boloş, per ogni euro che abbiamo contribuito, ne abbiamo ricevuti 3. “Concretamente, dall’adesione, nel 2007, fino ad oggi, la Romania ha ricevuto oltre 95 miliardi di euro e ha contribuito con 30 miliardi al bilancio Ue.

Quindi, il saldo finanziario netto ci porta un vantaggio di 65 miliardi di euro”, ha sottolineato il ministro delle Finanze. Secondo lui, grazie a questi fondi, nel 2020, la Romania è riuscita a superare la soglia dei 30 miliardi di lei (6 miliardi di euro) investiti dal denaro europeo in un solo anno, e l’anno scorso è stata raggiunta la cifra record di 80 miliardi di lei (16 miliardi di euro). D’altra parte, l’ingresso della Romania nell’Unione Europea ha significato anche l’integrazione nel mercato unico, la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali, ha ricordato il ministro Boloş.

Il ministro afferma che gli investimenti esteri sono raddoppiati dall’adesione all’Unione, raggiungendo circa 108 miliardi di euro nel 2022, e il fatto che la Romania sia diventata attraente per le imprese europee non ha significato solo investimenti, ma anche lo sviluppo di aree che prima erano trascurate. Per i romeni lo sviluppo conseguente all’ingresso nell’Unione Europea ha comportato anche un aumento dei salari.

Negli ultimi 17 anni, il salario minimo è stato aumentato 20 volte, raggiungendo attualmente i 3.300 lei lordi (660 euro). Marcel Boloş ha menzionato anche le decine di scuole e asili nido costruiti ex novo o ammodernati con fondi europei, anche nei comuni e nelle piccole città, e i 1.300 km di strade costruite o ammodernate. Attraverso i fondi europei relativi al periodo 2014-2020, più di 95.000 aziende in Romania sono state aiutate a diventare più produttive attraverso investimenti nell’ammodernamento, nell’automazione, nell’aumento dell’efficienza energetica e nella formazione dei dipendenti, ha precisato il ministro delle Finanze.

Altri progetti realizzati con fondi europei sono gli aeroporti regionali ammodernati o in fase di ammodernamento e ampliamento, nonché migliaia di chilometri di reti di servizi. Più importante, però, dell’accesso alle risorse e al benessere materiale è stata l’adesione ai valori e ai principi che governano l’Unione – stato di diritto, rispetto della legge, libertà di espressione, inclusione sociale, tolleranza – tutti ingredienti di una democrazia funzionante. I detrattori dell’Unione Europea, dalla Romania e altrove, sedicenti sovranisti e camuffati sotto un falso conservatorismo, detestano il progetto europeo, anche se sanno che non possono sostituirlo con nulla di duraturo.

Il governo Bolojan / Foto: gov.ro
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