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Il presidente ritira le decorazioni ai condannati

L’amministrazione presidenziale di Bucarest ha annunciato i nominativi delle persone alle quali sono state ritirate le decorazioni perché hanno subito condanne penali. Si tratta del ritiro dell’Ordine Nazionale “Stella della Romania” in grado di Gran Croce, dell’Ordine Nazionale “Stella della Romania” in grado di Cavaliere e dell’Ordine Nazionale “Servizio Fedele” in grado di Cavaliere. Il presidente Klaus Iohannis aveva annunciato in precedenza che avrebbe fatto questo gesto, considerato normale per realizzare il tanto desiderato risanamento della vita pubblica, però aspramente criticato dagli avversari più accaniti del capo dello stato, provenienti soprattutto dalla sinistra. Si tratta di nomi famosi di ex ministri quali Miron Mitrea, Adrian Severin, quest’ultimo anche ex eurodeputato, o Dan Voiculescu. Sulla lista c’è anche un famoso ricercatore, Gheorghe Mencinicopschi, condannato a più anni di reclusione per abuso d’ufficio contro gli interessi pubblici e falsità nei documenti. D’altronde, tutte le persone menzionate hanno pagato con la privazione di libertà gli atti di corruzione compiuti.

Il presidente ritira le decorazioni ai condannati
Il presidente ritira le decorazioni ai condannati

, 12.12.2019, 13:07

L’amministrazione presidenziale di Bucarest ha annunciato i nominativi delle persone alle quali sono state ritirate le decorazioni perché hanno subito condanne penali. Si tratta del ritiro dell’Ordine Nazionale “Stella della Romania” in grado di Gran Croce, dell’Ordine Nazionale “Stella della Romania” in grado di Cavaliere e dell’Ordine Nazionale “Servizio Fedele” in grado di Cavaliere. Il presidente Klaus Iohannis aveva annunciato in precedenza che avrebbe fatto questo gesto, considerato normale per realizzare il tanto desiderato risanamento della vita pubblica, però aspramente criticato dagli avversari più accaniti del capo dello stato, provenienti soprattutto dalla sinistra. Si tratta di nomi famosi di ex ministri quali Miron Mitrea, Adrian Severin, quest’ultimo anche ex eurodeputato, o Dan Voiculescu. Sulla lista c’è anche un famoso ricercatore, Gheorghe Mencinicopschi, condannato a più anni di reclusione per abuso d’ufficio contro gli interessi pubblici e falsità nei documenti. D’altronde, tutte le persone menzionate hanno pagato con la privazione di libertà gli atti di corruzione compiuti.



Anche se adesso si sentono vessati dal ritiro di onorificenze che, probabilmente, avevano meritato quando ne sono stati insigniti, potrebbero cercare, timidamente, di ammettere che il prestigio e l’onore che queste decorazioni offrono sono incompatibili con lo status di condannato penale. Tuttavia, la reazione, almeno nel caso del più famoso tra coloro ai quali viene applicata la misura, l’ex premier socialdemocratico Adrian Năstase, è stata veemente. Condannato in via definitiva a 4 anni di carcere con esecuzione per ricatto e tangenti in uno dei fascicoli e a 2 anni di carcere con esecuzione in un altro, Năstase era stato insignito, nel 2002, dell’Ordine Stella della Romania in grado di Gran Croce. Năstase sostiene che il presidente desideri riscrivere la storia su suggerimento di — citiamo — uccelli migratori e di talebani ideologici”. L’ex premier è convinto che l’eliminazione dei visti per i romeni, gli sforzi per l’integrazione nella NATO e nell’UE, la modernizzazione e la crescita economica, tutte realizzazioni che mette nel conto del suo governo del periodo 2001-2004, non potranno essere mai cancellate dai libri di storia e potranno essere paragonate a ciò che egli definisce l’attività insignificante di Iohannis durante il suo mandato di presidente”. Continuando, l’ex leader socialdemocratico riprende la vecchia tesi sulle sue condanne per regioni esclusivamente politiche, senza prove che le giustificassero.



Non è la prima volta che il presidente Iohannis ritira decorazioni. Nel 2016, ha ritirato l’Ordine Stella della Romania a Laszlo Tokes, l’ex pastore riformato che ha svolto un ruolo nello scoppio della Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989, per le accuse che ha formulato contro lo stato romeno. In una delle sue numerose deviazioni scioviniste, Tokes aveva suggerito che l’Ungheria dovrebbe assumersi lo status di protettrice della minoranza ungherese della Transilvania. L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha dato ragione al presidente in questo caso, bocciando la contestazione di Tokes.

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