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Tornerà mai il tesoro romeno da Mosca?

Il Parlamento Europeo chiede alla Russia di restituire alla Romania il tesoro nazionale dato in custodia più di un secolo fa.

Convegno organizzato dalla Banca Centrale di Romania sulla questione del tesoro non restituito dalla Russia/ Foto: Agerpres
Convegno organizzato dalla Banca Centrale di Romania sulla questione del tesoro non restituito dalla Russia/ Foto: Agerpres

, 15.03.2024, 14:47

“Un caso internazionale senza precedenti di appropriazione illegale di riserve auree e oggetti del patrimonio”. Così definisce la risoluzione dell’Eurocamera, adottata ieri a larga maggioranza, il dossier ancora irrisolto del tesoro che il Regno di Romania ha dato in custodia alla Russia zarista durante la prima Guerra Mondiale e di cui solo una piccola parte è stato restituito. Nella risoluzione, il Legislativo comunitario chiede alla Federazione Russa di restituire alla Romania il tesoro inviato a Mosca negli anni 1916-1917.

 

L’eurodeputato del PMP, Eugen Tomac, è stato l’iniziatore del dibattito sulla questione del tesoro, in prima nel Parlamento Europeo, sostenuto in questa azione da tutti i suoi colleghi romeni. “Stiamo parlando di dipinti, gioielli, oggetti di valore provenienti dalle chiese e dai monasteri della Romania, archivi delle istituzioni pubbliche, nonché di oltre 91,5 tonnellate d’oro, rappresentando il tesoro della Banca Centrale di Romania. Alcuni beni culturali e religiosi sono stati restituiti durante il periodo sovietico, ma l’oro della Romania è ancora oggi sequestrato in Russia”, ha detto Eugen Tomac.

 

La rappresentante del PSD, Rovana Plumb, spiega l’obiettivo degli eurodeputati romeni con questa risoluzione. “Vogliamo portare questa situazione specifica della Romania all’attenzione del pubblico e dei fattori decisionali europei. Creiamo le premesse che, se dopo la fine della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina si svolgeranno negoziati tra l’Unione Europea e la Russia, il tema della restituzione del tesoro della Romania venga inserito dall’Unione Europea nell’agenda delle discussioni”, ha detto Rovana Plumb.

 

Il dibattito sul furto del tesoro nazionale della Romania mostra i traumi storici vissuti dai cittadini romeni, ha affermato l’ex primo ministro Dacian Cioloş, rappresentante del partito REPER. “Vorrei che questo dibattito ci aiutasse a capire che dobbiamo rispondere con fermezza alla mancanza di scrupoli, nel caso della Russia. Le misure ferme contro la Russia di Putin, comprese quelle economiche e l’utilizzo senza indugio dei beni congelati del regime di Putin, sono risposte giustificate in questo contesto. La Romania ha già pagato il prezzo della dittatura e dell’imperialismo russo, e questo deve servire da lezione per l’Europa di oggi”, ha detto Dacian Cioloş.

 

La commissaria per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira, ha sottolineato che il tesoro della Romania è stato trasferito all’impero zarista durante la prima Guerra Mondiale per essere protetto, ma non è mai stato integralmente restituito alla Romania, né dall’URSS né dalla Federazione Russa. L’Unione è pronta a sostenere le autorità romene e i loro sforzi per ottenere la restituzione integrale del tesoro, se lo richiederanno, ha detto la commissaria Ferreira. In questo momento però, ha ricordato, il dialogo politico e i meccanismi di cooperazione con la Russia sono sospesi a causa della guerra.

 

La scarsissima voglia di dialogo di Mosca, costante nel tempo e confermata tragicamente ora, lascia poco spazio all’ottimismo sulla restituzione del tesoro. Tuttavia, la risoluzione del Parlamento Europeo è importante perché conferisce una dimensione internazionale a questa storica disputa tra Bucarest e Mosca.

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