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145 anni di relazioni diplomatiche tra Romania e Italia, in mostra alla Banca Nazionale

I 145 anni di relazioni diplomatiche tra Romania e Italia sono stati celebrati a Bucarest con l'omonima mostra inaugurata il 27 novembre alla Banca Nazionale. Aperta in prossimità della data precisa alla quale vennero allacciati i rapporti, riunisce foto, documenti d'archivio e altri reperti rappresentativi per le relazioni tra i due paesi.

145 anni di relazioni diplomatiche tra Romania e Italia, in mostra alla Banca Nazionale (foto: Radio Romania Internazionale)
145 anni di relazioni diplomatiche tra Romania e Italia, in mostra alla Banca Nazionale (foto: Radio Romania Internazionale)

, 28.11.2024, 12:28

Il 6 dicembre 1879, il primo inviato e ministro plenipotenziario dell’Italia, Giuseppe Tornielli, arrivava a Bucarest e presentava le credenziali al sovrano di Romania, Re Carlo I. Due mesi più tardi, il 15 febbraio 1880, il primo inviato e ministro plenipotenziario del giovane stato nazionale romeno, Nicolae Kretzulescu, presentava le sue credenziali a Re Umberto I. Una variante simile della mostra è stata aperta a ottobre anche alla Camera dei Deputati a Roma.

E’ organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Bucarest e dal Ministero degli Affari Esteri, in partenariato con la Banca Nazionale di Romania, che ha svolto un ruolo essenziale nella costruzione dell’Accademia di Romania in Roma, ha ricordato il governatore Mugur Isărescu. “Un secolo addietro, la Banca Nazionale di Romania ha finanziato la costruzione dell’Accademia di Romania in Roma. L’edificio è stato eretto secondo il progetto dell’architetto Petre Antonescu. Fu costruito sul terreno donato dal Comune di Roma nel 1921”, ha detto il governatore della Banca Nazionale. Sottolineando che i reperti esposti hanno rilevanza sia per i legami tra i due paesi che per il pubblico, Mugur Isărescu ha ricordato che all’inizio delle relazioni diplomatiche bilaterali, la lira italiana e il leu romeno avevano lo stesso valore.

Presente all’inaugurazione, il ministro degli Esteri, Luminiţa Odobescu, ha parlato della relazione privilegiata tra i due paesi. “Quest’anno, celebriamo anche i 60 anni dell’elevazione delle relazioni diplomatiche tra i nostri stati a livello di ambasciata, nel 1964. Inoltre, 35 anni addietro, la Romania è tornata nella famiglia delle nazioni democratiche”, ha detto il ministro, ricordando che “subito dopo la Rivoluzione, i nostri legami con l’Italia hanno cominciato a conoscere uno sviluppo senza precedenti sotto tutti i profili: politico, economico, culturale, diplomatico e, molto importante, nei contatti tra le persone”. “Siamo, inoltre, difensori pragmatici, ma imperniati su valori, di una visione e traiettoria nazionale. Sia gli interessi della Romania che gli interessi dell’Italia sono legati ad un’Europa forte e alla sicurezza garantita dalla NATO”, ha detto ancora Luminiţa Odobescu.

Attualmente, le relazioni tra i due paesi sono più forti che mai, ha aggiunto il ministro, ricordando il terzo vertice intergovernativo Romania-Italia, svoltosi a febbraio a Roma e la visita effettuata sempre quest’anno a Bucarest dal presidente Sergio Mattarella. Luminiţa Odobescu ha fatto riferimento anche alla numerosa comunità romena in Italia, così come agli italiani che hanno scelto di vivere nel nostro paese. Il capo della diplomazia ha sottolineato che i 145 anni dimostrano, una volta in più, che i valori condivisi da Romania e Italia, inclusi anche nei due documenti di riferimento presentati in mostra – le Dichiarazioni congiunte sul Partenariato Strategico del 1997 e sul Partenariato Strategico Consolidato del 2008 – rivestono attualmente un significato ancora più forte nell’attuale contesto geopolitico.

“Con quale altro paese condividiamo una simile straordinaria fratellanza, se non con i nostri amici italiani e latini?”, ha detto, a sua volta, il consigliere presidenziale Sandra Pralong, presentando il messaggio del capo dello stato. Lungo il tempo, la Romania ha inviato in Italia alcuni dei più grandi statisti. Nicolae Kretzulescu, Petre Carp, Dimitrie Ghica sono alcuni dei diplomatici che hanno contribuito a questi forti legami. “Sono diventati ministri degli Esteri o premier di questo paese, quindi si capisce l’enorme importanza concessa dalla Romania a questa fantastica relazione negli ultimi 145 anni”, ha puntualizzato Sandra Pralong.

“Una mostra per celebrare 145 anni di relazioni diplomatiche tra due paesi – la Romania e l’Italia, che hanno degli straordinari legami linguistici e culturali, che affondano le radici nella storia. Ma celebrare non è sufficiente. Oggi dobbiamo guardare alle sfide del presente e soprattutto impegnarci insieme a lavorare per il futuro, per rafforzare la nostra sicurezza, la stabilità, la prosperità e far fronte insieme alle sfide di un mondo sempre più complesso e sempre più interconnesso”, ha detto a Radio Romania Internazionale l’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni.

La mostra è stata elaborata dall’Archivio Diplomatico del MAE, in partenariato con l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con la Banca Nazionale di Romania, l’Ambasciata di Romania in Italia e l’Ambasciata d’Italia a Bucarest. Il capo dell’Archivio Diplomatico del MAE romeno, Doru Liciu, ha presentato al pubblico i punti di riferimento della storia delle relazioni diplomatiche tra la Romania e l’Italia, riflettuti nel concetto e nei pannelli espositivi.

“Abbiamo tentato di segnare i momenti più importanti delle nostre relazioni – l’Unione dei Principati, il riconoscimento dell’indipendenza e l’allacciamento delle relazioni diplomatiche, la cooperazione e la collaborazione durante la prima Guerra Mondiale, quando l’Italia e la Romania hanno seguito lo stesso percorso, pur formalmente alleate delle Potenze Centrali. Per raggiungere gli ideali nazionali di unificazione, hanno scelto di andare assieme all’Intesa. L’Italia è entrata in guerra nel 1915, mentre la Romania nel 1916”, spiega Doru Liciu a Radio Romania Internazionale.

Un’attenzione particolare è stata concessa alle relazioni culturali, che si sono fortemente sviluppate nel periodo compreso tra le due guerre, grazie all’apertura dell’Accademia di Romania in Roma negli anni ’20 e dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia negli anni ’30, aggiunge Doru Liciu. “La fondazione di queste istituzioni è legata ai nomi di due grandi storici romeni – Vasile Pârvan e Nicolae Iorga. La Banca Nazionale di Romania ha svolto un ruolo particolare nella costruzione dell’Accademia di Romania, un edificio impressionante e bellissimo”, aggiunge il diplomatico.

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