Crisi nell’istruzione romena
In Romania, il nuovo anno scolastico è iniziato con una grande protesta degli insegnanti.
Daniela Budu, 09.09.2025, 15:00
Il primo giorno del nuovo anno scolastico è stato segnato a Bucarest da una grande protesta degli insegnanti di tutto il Paese, insoddisfatti del fatto che le misure finanziarie e di bilancio recentemente adottate dal Governo abbiano ridotto i loro redditi e, a loro dire, avranno un impatto negativo sul sistema educativo. Diverse migliaia di insegnanti provenienti da tutto il Paese hanno partecipato alla Marcia per l’Istruzione di lunedì, con fermate davanti al Governo e alla Presidenza. La protesta si è conclusa senza un risultato chiaro, nonostante il presidente Nicuşor Dan abbia convocato i rappresentanti dei sindacati dell’istruzione per un dibattito.
Durante l’incontro, loro hanno chiesto le dimissioni del ministro dell’Istruzione, Daniel David, e l’abrogazione dell’ordinanza che prevede l’aumento delle ore di lezione, la riduzione della tariffa oraria, l’accorpamento di alcune unità didattiche e l’aumento del numero di studenti per classe. Gli insegnanti affermano che queste misure diminuiranno l’interesse per l’attività educativa, sia da parte degli insegnanti che degli studenti. Oltre agli insegnanti, alla protesta sono stati presenti anche diversi gruppi di studenti e alunni, per sostenerli.
Il presidente non si è pronunciato sulla richiesta dei sindacalisti di destituzione del ministro dell’Istruzione, ma ha chiesto loro un termine di due mesi fino a una nuova riunione, durante la quale saranno valutate le misure di bilancio proposte dal Governo guidato da Ilie Bolojan. Dopo l’incontro, il presidente della Federazione dei Sindacati Liberi dell’Istruzione, Simion Hăncescu, ha dichiarato che le proteste proseguiranno, sia attraverso il boicottaggio delle lezioni da parte degli insegnanti, sia attraverso manifestazioni di piazza, e che non è escluso uno sciopero. Simion Hăncescu: “Nei prossimi giorni stabiliremo il calendario delle proteste. Quindi le proteste continueranno, anche se abbiamo la promessa di incontrarci tra due mesi. Il presidente può intervenire per destituire il ministro dell’Istruzione, per fare un piccolo passo avanti nel disinnescare la situazione nell’insegnamento pre-universitario. Ma fino ad allora, le proteste continueranno, sia davanti al Ministero che davanti al Governo.”
In un’intervista a Radio Romania, il ministro dell’Istruzione ha affermato che queste misure sono state adottate per garantire stipendi e borse di studio fino alla fine dell’anno. Daniel David: “Gli insegnanti lavorano molto, anche loro hanno bisogno di essere tutelati, ma questo è ciò che sto cercando di dire loro: rallegriamoci che questo ministro, a cui viene chiesto di dimettersi, cioè io, abbia comunque filtrato le misure fiscali e di bilancio attraverso le norme sull’istruzione, nel senso che si può sostenere che qualsiasi misura esiste nei paesi dell’Europa occidentale. Grazie a queste misure, abbiamo risparmiato stipendi e borse di studio fino alla fine dell’anno, nessun dipendente di ruolo è stato licenziato, non c’è stato nessun taglio di stipendio e abbiamo anche contribuito alla stabilità del paese”.
Allo stesso tempo, il ministro ha assicurato che queste misure non accentueranno i problemi che la Romania ha nel sistema educativo, ma, secondo Daniel David, creeranno le basi per lo sviluppo di questo sistema dopo che il Paese sarà uscito dalla crisi fiscale e di bilancio.