Temi in sospeso
La riforma dell’amministrazione pubblica locale è tornata al centro dell’attenzione dei leader della coalizione di governo di Bucarest.
Roxana Vasile, 05.11.2025, 11:33
Controversi e scottanti, i problemi relativi alla riforma dell’amministrazione pubblica o alle pensioni speciali dei magistrati — almeno a giudicare dalle numerose discussioni contraddittorie che hanno generato finora — sembrano trovare con grande difficoltà una soluzione. Riuniti martedì in una seduta, i leader dei partiti che compongono l’ampia coalizione di governo – PSD, PNL, USR e UDMR – non sarebbero giunti a nessuna conclusione riguardo alla riforma nell’amministrazione. Anche se, inizialmente, secondo informazioni trapelate, sarebbe stato raggiunto un accordo sul licenziamento di circa 13.000 dipendenti dei comuni, successivamente il leader socialdemocratico ha negato l’esistenza di una tale decisione.
Il PSD, l’unico di centro-sinistra tra i quattro al governo, non accetterà – ha dichiarato Sorin Grindeanu – che si discuta solo dell’amministrazione locale, senza prevedere tagli anche nell’amministrazione centrale. “Ho visto diffondersi come voce che si sarebbe giunti a un accordo per il licenziamento di 13.000 persone e che questa fosse la riforma dell’amministrazione. Non è il caso, non abbiamo discusso nulla di simile, non si è giunti a tale conclusione. La riforma dell’amministrazione locale non significa licenziare persone. La riforma dell’amministrazione locale significa ridurre le spese. Questo non è riforma! La vera riforma dell’amministrazione locale significa parlare di accorpamenti di località, di digitalizzazione — questa è la riforma”, ha dichiarato Sorin Grindeanu.
È ancora in sospeso anche il ddl che modifica il sistema pensionistico dei magistrati che, nella forma voluta dall’esecutivo, sarebbe sfavorevole ai giudici e ai procuratori, in quanto aumenterebbe l’età pensionabile e ridurrebbe gli importi delle pensioni, anche se queste resterebbero comunque sostanzialmente più alte di quelle degli altri dipendenti pubblici. Di recente, la Corte Costituzionale ha respinto, per motivi procedurali, la legge assunta dal primo ministro liberale Ilie Bolojan in Parlamento.
Il premier non concorda con la proposta del PSD di elaborare un nuovo ddl da approvare in Parlamento con procedura d’urgenza, ma desidera che l’esecutivo elabori un progetto sul quale porre nuovamente la fiducia. Ilie Bolojan ha promesso che, dopo la pubblicazione della motivazione della Corte Costituzionale, il governo riprenderà il processo legislativo. La motivazione non è stata ancora resa pubblica. La soluzione del problema delle pensioni dei magistrati è una condizione essenziale affinchè Bruxelles sblocchi circa 230 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ci sono discussioni contrastanti anche riguardo al salario minimo, che i socialdemocratici vorrebbero aumentato a partire dal prossimo anno, poiché, altrimenti, sarebbero lese le persone vulnerabili e non si rispetterebbe una direttiva europea. Invece, il premier Bolojan propende per mantenerlo congelato al valore di quest’anno, come richiesto dalle associazioni dei datori di lavoro. Infine, è ancora in fase di discussione all’interno della coalizione di governo anche la proposta di ridurre del 10%, a partire dal 2028, il numero di parlamentari, a causa dell’esodo della popolazione all’estero e della bassa natalità.