Energia, Romania può produrre di più
Entro la fine del prossimo anno, la Romania potrebbe avere una potenza installata di circa 2.200 megawatt, ha annunciato il ministro dell’Energia, Bogdan Ivan.
Ştefan Stoica, 17.11.2025, 10:23
Fonte di inflazione e di preoccupazione per la maggior parte delle famiglie in Romania, l’alto prezzo dell’energia e il modo in cui il competente ministero gestisce la situazione sono diventate tema di una mozione semplice presentata dall’opposizione populista e ultranazionalista contro il ministro dell’Energia, Bogdan Ivan. I firmatari sostengono che il Ministero dell’Energia abbia fallito in tutte le dimensioni dell’atto di governo: pianificazione, esecuzione, ricerca, sovranità e tutela del consumatore. Di conseguenza, la Romania sarebbe arrivata a una delle situazioni più contro-performanti a livello europeo, ovvero una rete instabile, con perdite enormi, prezzi esplosivi e una popolazione portata sull’orlo della povertà energetica, accusa l’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR). Al di là del rumore politico, sono emersi dati che danno speranza che la situazione del mercato energetico potrebbe migliorare.
La Romania potrebbe avere, entro la fine del prossimo anno, una potenza installata di circa 2.200 megawatt, dopo l’entrata in funzione di due centrali, e capacità di stoccaggio di quasi 2.000 megawatt, ha dichiarato alla fine della settimana scorsa il ministro dell’Energia, Bogdan Ivan. Il ministro ha precisato che si sta lavorando a un meccanismo che possa portare il prezzo dell’energia per i consumatori domestici il più vicino possibile a 1,10 lei per kWh, circa 20 eurocentesimi, per abbassare notevolmente la pressione sulle tasche dei cittadini.
Il ministro ha ammesso che la Romania ha, a livello regionale, un prezzo dell’energia molto elevato a causa di diversi fattori. Due di questi sono, secondo Bogdan Ivan, la mancanza di interconnessione sulla rotta Austria-Slovacchia, Austria-Ungheria, per poter importare energia elettrica a prezzi molto vantaggiosi, ad esempio dalla Francia, prodotta da centrali nucleari, nonchè la mancanza di capacità nazionali di produzione di energia elettrica in banda. Ciò, nel contesto in cui la Romania ha optato nel 2020 per l’obiettivo di decarbonizzazione più aggressivo di tutta l’Unione Europea. Sono stati così esclusi dalla produzione circa 7.000 megawatt di capacità prodotta da gas e carbone.
La Romania, promette Ivan, ricorrerà a tutte le linee di finanziamento per investire direttamente in capacità di stoccaggio, il che porterà automaticamente all’equilibrio del sistema energetico. In secondo luogo, diversificherà le fonti di finanziamento disponibili dai fondi europei, dai programmi operativi, dal Fondo per la Modernizzazione, nelle capacità di produzione di energia idroelettrica e nucleare e nelle reti elettriche intelligenti integrate.
Bucarest ha già presentato domanda per un meccanismo di finanziamento a livello della Commissione Europea tramite il Fondo per la Modernizzazione, e la Commissione l’ha accettato. Secondo il ministro Ivan, la proiezione a medio termine, ovvero per il 2032, è che la Romania possa raggiungere una capacità totale di energia elettrica in banda di circa 12.000 megawatt.