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S&P declassa la Romania

Standard&Poor's ha rivisto le previsioni per la Romania da stabili a negative.

foto: Mediamodifier / pixabay.com
foto: Mediamodifier / pixabay.com

, 27.01.2025, 11:20

Per la Romania e le sue prospettive economiche e finanziarie, l’anno 2025 inizia nello stesso modo in cui si è concluso quello precedente: l’agenzia di valutazione finanziaria Standard & Poor’s ha confermato il rating della Romania a BBB-, l’ultimo gradino della categoria raccomandata agli investitori, ma ha rivisto l’outlook da stabile a negativo. Alla fine dello scorso anno, anche l’agenzia Fitch aveva rivisto a negativo l’outlook della Romania per i prestiti a lungo termine in valuta estera, mantenendo, però, il livello precedente di BBB-.

Standard & Poor’s segnala come possibile che il contesto politico frammentato e incerto ritardi il programma di consolidamento fiscale del Governo. Tutte le grandi spese effettuate prima delle elezioni hanno fatto salire il deficit a quasi l’8,7% del PIL, ricordano gli esperti dell’agenzia, ben al di sopra delle aspettative, il che segnala sfide in termini di controllo dei costi in un’economia in rallentamento. Gli esperti affermano inoltre che politiche fiscali più accomodanti manterranno elevati i deficit delle partite correnti e saranno sempre più finanziate da flussi che generano debiti, il che esporrà il paese a shock legati alla fiducia degli investitori esteri.

In una prima reazione, il ministro delle Finanze, Tánczos Barna, ha detto che il cambiamento dell’outlook dell’agenzia di rating da stabile a negativo dimostra che sono necessarie misure per ridurre il deficit di bilancio, un bilancio prudente e uno stato più flessibile. “La Romania continua ad essere raccomandata agli investitori come sicura. Le decisioni assunte dal Governo per ridurre il deficit di bilancio e consolidare la crescita economica devono essere implementate a ritmo accelerato, nella forma già concordata con i nostri partner europei”, ha scritto il ministro su Facebook. Ha sottolineato che il bilancio di quest’anno, che sarà trasmesso al Parlamento per l’approvazione a breve, rafforza questa visione prudente della gestione del denaro pubblico.

Se l’evoluzione dell’economia dovesse confermare i timori delle agenzie di rating e la perdita del rating stabile dovesse effettivamente verificarsi, ciò comporterebbe un aumento dei costi di indebitamento della Romania. Secondo gli analisti, lo scetticismo persiste tra investitori e agenzie di rating, a causa dell’instabilità politica e del ritardo nelle riforme strutturali. Tuttavia, alla fine dell’anno scorso, il neocostituito governo di coalizione PSD – PNL – UDMR ha adottato un’ordinanza di emergenza che riflette la volontà di ridurre drasticamente tutte le spese non necessarie, soprattutto in ambito amministrativo, centrale e locale, al fine di ridurre i deficit.

L’Esecutivo ha anche congelato stipendi e pensioni, la cui indicizzazione avrebbe fatto precipitare pericolosamente il bilancio. Le misure hanno già creato un’ondata di insoddisfazione tra alcune categorie di dipendenti pubblici, pertanto il Governo di coalizione sarà sottoposto a un duro test sociale. Inoltre, il 2025 è diventato anche, per forza di cose, un anno elettorale, come il 2024. A maggio, i romeni voteranno per un nuovo presidente, dopo che, lo scorso dicembre, la Corte Costituzionale ha annullato le presidenziali, con la motivazione che il processo elettorale sia stato viziato.

Foto: Emil Kalibradov / unsplash.com
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