Finanziaria 2013: un nuovo passo verso l’approvazione
Rinviata alla fine dello scorso anno dopo l’insediamento del nuovo governo, in seguito alle elezioni politiche svoltesi il 9 dicembre in Romania, la bozza della Finanziaria per il 2013 è, praticamente, pronta, e andrà nei giorni prossimi al dibattito del Parlamento.
Ştefan Stoica, 22.01.2013, 14:00
Il bilancio sarà accompagnato da modifiche al Codice fiscale, che dovrebbero entrare in vigore dal 1 febbraio. Si tratta della tassazione per le imprese con un giro d’affari inferiore ai 65.000 euro, di un’imposta aggiuntiva al fatturato nello sfruttamento delle risorse naturali, ma anche alle compagnie energetiche. Dovranno pagare una tassa anche i farmers che ricevono sussidi e non dichiarano profitto.
“Si tratta di una tassa speciale per le imprese che sfruttano le risorse naturali, oro, greggio, gas. Per quanto riguarda l’imposta agricola, faremo sicchè praticamente tutti quanti ricevono sussidi dall’Agenzia per i pagamenti e gli interventi nell’agricoltura, paghino un’imposta inferiore a quella attuale, applicabile, però, a un numero quanto più alto. La misura interessa i proprietari di superficie superiori ai due ettari e, nel settore zootecnico, sarà applicata per un certo numero di capi bestiame, ma non per quelli allevati per il consumo proprio”, ha spiegato il premier Victor Ponta.
Tutte le misure sono state discusse con i rappresentanti del Fondo monetario internazionale, in missione congiunta a Bucarest con esponenti della Commissione europea e della Banca mondiale, per valutare l’accordo di tipo preventivo. Il FMI ritiene che l’intenzione di aumentare le tasse nel campo delle risorse naturali, anche se giustificata al fine di aumentare le entrate alle casse dello stato, potrebbe diminuire gli investimenti nel settore energetico.
D’altra parte, gli esperti del FMI sostengono anche il mantenimento dei finanziamenti pubblici per le strutture ospedaliere private, che il governo contempla di diminuire. Discusse anche la questione degli arretrati nel sistema sanitario e la necessità che lo Stato paghi le fatture in tempo, soprattutto alla luce dell’entrata in vigore di una direttiva europea in tal senso, a partire dal mese di marzo.
Tra le misure annunciate dal governo Ponta, anche la crescita graduale dello stipendio minimo, che il 1 luglio salirà a 800 lei, cioè più di 180 euro. Il programma governativo dell’Unione social-liberale prevede la crescita dello stipendio minimo ai 1.000 lei entro il 2016.