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La concessione della grazia, al dibattito del Parlamento

Dal Governo al Parlamento, più esattamente alla commissione giuridica del Senato, poi alla plenaria di questa camera del Parlamento e di nuovo alla commissione giuridica, dove resterà per un’altra settimana. Questo è stato finora l’iter di un controverso disegno di legge, quello sulla concessione della grazia, che ha provocato proteste di strada e discordia nel PSD, il principale partito della maggioranza al governo. Partner dei socialdemocratici, l’ALDE ha intuito il potenziale esplosivo del progetto ed ha proposto che fosse ritrasmesso alla commissione giuridica, dove la variante per la quale aveva optato l’esecutivo aveva subito modifiche importanti, che non erano piaciute alla direzione del PSD.

La concessione della grazia, al dibattito del Parlamento
La concessione della grazia, al dibattito del Parlamento

, 09.05.2017, 16:01

Dal Governo al Parlamento, più esattamente alla commissione giuridica del Senato, poi alla plenaria di questa camera del Parlamento e di nuovo alla commissione giuridica, dove resterà per un’altra settimana. Questo è stato finora l’iter di un controverso disegno di legge, quello sulla concessione della grazia, che ha provocato proteste di strada e discordia nel PSD, il principale partito della maggioranza al governo. Partner dei socialdemocratici, l’ALDE ha intuito il potenziale esplosivo del progetto ed ha proposto che fosse ritrasmesso alla commissione giuridica, dove la variante per la quale aveva optato l’esecutivo aveva subito modifiche importanti, che non erano piaciute alla direzione del PSD.



Una commissione presieduta, d’altronde, sempre da un socialdemocratico, Şerban Nicolae, entrato già nel mirino del suo capo politico, il leader del PSD, Liviu Dragnea. In un tandem che, tempo fa, sarebbe stato impossibile, con l’ex presidente della Romania, il senatore del PMP Traian Băsescu, ufficialmente all’opposizione, Nicolae ha modificato il ddl del governo, nel senso che venivano graziati atti di corruzione come le tangenti offerte o intascate e il traffico d’influenza.



Dopo l’episodio del famigerato decreto governativo d’urgenza, abbandonato successivamente, tramite cui l’esecutivo aveva cercato di rilassare la legislazione penale, l’unica cosa di cui ha bisogno ora il PSD è una nuova legge criticabile. Liviu Dragnea lo ha capito subito ed ha chiesto ai parlamentari della maggioranza di non intervenire più sul progetto. Şerban Nicolae ha rispettato solo parzialmente le indicazioni, e di modifiche ce ne sono state. Tra queste la grazia delle pene inferiori ai 3 anni inclusi, la diminuzione di tre anni delle pene che non superano 10 anni, il dimezzamento delle pene inflitte alle donne incinte e la concessione della grazia alle persone che hanno compiuto i 70 anni, in certe condizioni.



Il senatore socialdemocratico Şerban Nicolae rilevava che, secondo i dati ricevuti dall’Amministrazione Nazionale dei Penitenziari, poco più di 1000 persone potrebbero beneficiare delle misure previste dalla legge. Il rapporto che include questi emendamenti è stato inviato alla plenaria del Senato, ma è tornato ulteriormente alla commissione ed è un segno che il leader del PSD non lo approva neanche nella sua forma attuale. Attaccato, Şerban Nicolae ha sostenuto la necessità di colloqui ragionevoli nel Parlamento. L’opposizione formata dal PNL e dall’USR contesta l’utilità di una legge del genere.



I liberali sostengono che la legge sulla grazia non risolve la questione del sovraffollamento dei penitenziari e, in generale, delle condizioni precarie esistenti in alcuni penitenziari romeni. Allo stato romeno è stata spesso fatta causa alla CEDU, e di recente la Corte ha concesso alle autorità romene un periodo di 6 mesi in cui dovranno adottare un piano di misure volte a rimediare la situazione. La grazia non rappresenta però una soluzione a lungo termine, sono del parere i responsabili dei penitenziari. E, come dimostra la reazione della strada, non risolve neanche i problemi di immagine del PSD. Anzi, rischia di aggravarli. (tr. G.P.)


Fonte foto: fb.com / Dariusz Stefaniuk
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