La gestione della migrazione illegale preoccupa la Commissione Europea.
La Commissione Europea ha presentato un piano d'azione per gestire gli arrivi di migranti clandestini sulla rotta dei Balcani occidentali, che quest'anno hanno raggiunto livelli record. L'esecutivo europeo cerca così di attenuare i timori di alcuni Stati membri dell'UE e di accelerare la negoziazione del Patto europeo per la Migrazione e l'Asilo. La rotta dei Balcani occidentali è diventata uno dei maggiori punti di pressione migratoria, con un aumento del 168% del numero di migranti che arrivano su questa rotta, secondo i dati di Frontex. La situazione è particolarmente preoccupante per i Paesi dell'Europa centrale, come l'Austria o la Repubblica Ceca, che hanno rafforzato i propri controlli alle frontiere. Nei primi 10 mesi di quest'anno, sono stati rilevati in tutto oltre 280.000 ingressi clandestini nell'UE, di cui oltre 120.000 attraverso la rotta dei Balcani occidentali.
Il piano della Commissione prevede azioni operative, strutturate su cinque pilastri: rafforzamento della gestione delle frontiere, procedure di asilo accelerate e sostegno alle capacità di accoglienza, lotta al traffico di migranti, rafforzamento della cooperazione in materia di riammissione e rimpatri e allineamento delle politiche relative ai visti. Gli Stati dei Balcani occidentali sono chiamati ad allineare la propria politica sui visti a quella praticata dall'UE, in quanto molti migranti arrivano nei Paesi balcanici dove non hanno bisogno del visto d'ingresso e da lì si recano clandestinamente nell’Europa Occidentale. D'altra parte, gli esponenti europei sono convinti che solo un accordo come il Patto europeo per la Migrazione e l'Asilo, presentato a settembre 2020, potrebbe risolvere le sfide create dall'ondata migratoria.
Tuttavia, gli Stati membri hanno dei dubbi sui meccanismi di redistribuzione dei profughi e per tale motivo l'iniziativa non è stata adottata fino ad oggi. Questa proposta della Commissione non prevede esplicitamente quote obbligatorie di rifugiati come nel 2016, ma istituisce un meccanismo di 'solidarietà obbligatoria' attraverso il quale la Commissione Europea può però fissare quote per gli Stati membri dell'UE in funzione della loro popolazione e del livello di sviluppo economico. In alternativa alle rilocazioni, questi Paesi potrebbero avere altri contributi, come il finanziamento e il rimpatrio dei migranti senza diritto di asilo o la costruzione di campi profughi.
Il governo romeno ha salutato il Piano d'Azione della Commissione Europea per i Balcani occidentali ed esprime fiducia nel fatto che le misure e gli strumenti proposti possano rispondere alle preoccupazioni recentemente espresse dall'Austria in merito agli sviluppi di quest'anno sulla rotta dei Balcani occidentali. Ricordiamo che Vienna è restia ad accettare, dopo 11 anni di attesa, la Romania e la Bulgaria nell'area Schengen, per motivi legati alla gestione dei flussi migratori. La Romania ribadisce la sua piena disponibilità a contribuire attivamente e consistentemente all'implementazione delle misure e delle azioni proposte dalla Commissione europea nello spirito europeo di solidarietà e responsabilità, in stretta collaborazione con gli altri partner europei.
Link utili
Copyright © . All rights reserved